6 domenica T. pasquale – dal Vangelo di Giovanni
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Commento
Siamo alla 6 domenica di Pasqua. E Gesù dice: “se uno mi ama…” credo voglia semplicemente dire di lasciare il giusto spazio a Dio nella nostra vita. L’amore richiede che io mi ritragga per lasciare spazio all’altro. Ecco io metto da parte il mio io e lascio spazio a chi dichiaro di amare, cioè a Dio. Non dobbiamo fare grandi cose… anzi non dobbiamo fare niente di modo che Lui possa agire in noi. L’immagine che oggi ci lascia il vangelo di Giovanni per raccontare questo lasciar fare a Dio è quella della dimora, della casa. Lasciare la porta del nostro cuore, che è la nostra casa interiore, aperta, per fare in modo che Lui prenda dimora. L’amore è il contrario di ogni chiusura, di ogni barriera, l’amore è il massimo dell’apertura. Lasciare questa porta aperta permette di ricevere in dono i due effetti della resurrezione: la pace e lo Spirito Santo, la pienezza della vita e la vita di Dio in noi, lo shalom biblico e la tenerezza di Dio, che è lo spirito di consolazione. La pace su cui può riposare la nostra vita, scaturisce dall’avere lo Spirito di Dio in sé, dalla consapevolezza di essere abitazione di Dio, una cosa sola con lui.
Preghiamo
Preghiamo per Anita
Oggi per me amare vuol dire mettermi a disposizione del gruppo diocesano di giovani cui mi è stato chiesto di fare un ritiro vocazionale. Ascoltare, condividere quello che il Signore mi ispira, testimoniare la sua azione nella mia vita e lo sguardo che Dio ha su ciascuno di loro. Perché il mio servizio sia davvero amore, vi chiedo una preghiera.
Lasciare il giusto spazio a Dio aprire la porta del cuore per ascoltare il Signore che dice “Non sia turbato il vostro cuore …vi lascio la pace,vi do la mia pace “…e lasciarlo dimorare in noi ,non andare di fretta perchè questo avvenga…..è si uguale ad amare ,lasciarlo abitare dentro perchè possa portarci a vivere il suo Spirito Santo che ci fa riposare nella sua pace e tenerezza riuscire a lasciarlo fare cosi nel nostro quotidiano cammino è vivere bene nonostante le turbolenze le tempeste … Oggi giorno di votazioni lo Spirito susciti uomini o donne capaci di governare per il bene comune e non per tornaconto personale. ,.Mentre prego per Anita,chiedo al Signore la pace per il mondo per ogni famiglia ,per ogni cuore ,e buon inizio di attesa dello Spirito Santo .
Di cuore una preghiera per il ritiro di sr Rita per e con i giovani
“E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. ” Che bella questa immagine di movimento di Dio Padre e di Gesù, che vengono da noi per abitare le nostre vite!
Abitare in… condividere, creare fiducia e intimità, amare… ecco, che possa davvero esistere tutto questo nel nostro rapporto con il Signore e con i nostri prossimi. E fare delle nostre esistenze e dei nostri cuori delle case accoglienti e affettuose, amabili e ricche di delicatezza e tenerezza, ricche dello Spirito di Dio. Per questo prego. E per la nostra Europa al voto, per te, cara sr Rita, per te don Sandro, per Anita e per mio figlio Davide nel giorno del suo compleanno!