domenica 19 novembre

di | 18 Novembre 2023

Matteo 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Commento

Oggi voglio lasciare insieme i due commenti: quello della Parola e quello del pensiero quotidiano. Ogni tanto ci penso al fatto che i due pensieri possono stare in uno solo, ma alla fine capisco che va bene così: due riflessioni. Oggi comunque la parabola del vangelo di Matteo che è poi il testo del vangelo letto a messa mi aiuta a continuare quella riflessione su merito e capacità. La parabola dei talenti  di solito la spieghiamo dicendo il Signore ci ha dato dei doni, talenti da far fruttificare e da mettere poi a disposizione degli altri. ma qui siamo ancora nel merito e capacità. Di fatto chi aveva un solo talento e lo ha nascosto viene definito malvagio e fannullone. In questa società che ci chiede di correre chi non produce a  sufficienza è semplicemente malvagio e fannullone e diviene scarto. Il testo della parabola secondo me diventa una contestazione chiara di questo sistema. Infatti al centro secondo me non stanno coloro che hanno meriti, ma chi ha paura di un padrone troppo duro, chi ha paura di un sistema che chiede solo di correre. Mi par di vedere cosa diciamo a chi fa questa fatica a tenere il passo: svegliati altrimenti resti indietro e davvero qualcuno rimane indietro, e allora diventa il fannullone di turno, invece è uno che non riesce semplicemente a tenere il passo. La parabola ci invita a mettere al centro chi non tiene il passo, chi sembra andare piano, chi fa fatica nella vita. non per merito, ma perché siamo tutti esseri umani e per questo motivo siamo al centro del cuore di Dio. gli scartati devono stare al centro del nostro cuore.

Preghiamo

Preghiamo per Beppe

2 pensieri su “domenica 19 novembre

  1. sr Alida

    La paura a volte ci aiuta a volte ci fa travisare la realtà, a volte ingrandisce, ci indebolisce nel dono che possiamo essere per gli altri. Ma quell’essere fedele nel poco possiamo viverlo tutti… E essere al centro del cuore di Dio. E gli scartati essere al centro del cuore di Dio. Per Beppe preghiamo.

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  2. Elena

    Mi sono sempre concentrata sulla circolarità dei doni, non per produrre, ma perché il dono di ciascuno, i suoi talenti, sono semi, frutti utili ad una comunità, nutrimento circolare. E ho sempre letto questa parabola in questi termini, riflettendo sul fatto che molti hanno ricevuto doni ma non li fanno crescere, circolare, non li condividono. Alcuni doni, alcune capacità restano chiuse in noi, come nostro unico bene. Forse per paura, forse per egoismo. Di fatto sono sepolti in noi. Uno spreco di opportunità,di esperienze, di vita, a volte…
    Chi resta indietro, a volte ha bisogno dei doni di qualcun altro che lo aiuti a fare emergere ciò che di bello ha in sé, ha bisogno di opportunità, di condizioni speciali, di fiducia perché non ha strumenti per fare fruttare i propri talenti. Ecco perché credo nelle relazioni, nella solidarietà, nel dono del tempo e delle risorse, perché credo che ciascuno meriti delle opportunità, indipendentemente da ciò che ne verrà fuori,vda ciò che produrrà,vda ciò che farà fruttare. E il pochissimo di qualcuno può invece essere il dono più grande….

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