Mi rendo conto a volte che il vero tema, prima ancora che la giustizia, la pace, la fratellanza è la voglia di incontro tra gli umani. Anzi dico meglio il pensiero: la giustizia, la pace, la fratellanza nasce se c’è un reale desiderio di incontro tra coloro che compongono l’umanità. Se manca questo presupposto non ci può essere niente di realmente giusto, pacifico e fraterno. L’incontro non è il luogo dove ci si siede per decidere. Non è il luogo dove si costruiscono i progetti. Esiste un passaggio previo a tutti questi generi di incontri. Sono i luoghi dell’incontro personale, dell’ascolto reciproco, della capacità di sguardi che aiutano a capirsi e a favorire poi quella parte necessaria che sono tutti gli incontri che noi chiamiamo di programmazione. Credo che oggi facciamo molti incontri, ma incontriamo poco l’altro. Fuggiamo da un tavolo all’altro senza soluzione di continuità. E più tavoli mettiamo in piedi più ci sembra di essere efficienti. Per fare questo diventiamo esperti di tutto e di tutti. Credo che il primo spazio di incontro è quello personale, poi quello a due e per finire, in ultima battuta, l’incontro nei vari gruppi. So che ci vuole tempo, so che forse dobbiamo cambiare la modalità con cui costruire il nostro tempo. Lo so bene. Chiedo un incontro con una persona, guarda all’agenda e mi dice ha una finestra libera il giorno tale all’ora tale però solo per un momento poi ha altro da fare. mi è già passata la voglia dell’incontro. Sono lì di fronte a lui e mi scappa l’occhio sulla sua agenda e mi dico: poche finestre libere per tante persone che chiedono un incontro. La pace nasce da un desiderio di incontro. In questo senso mi sento un privilegiato: ho deciso di dedicare tempo agli incontri con tante finestre libere e con il tempo necessario
Caro Don Sandro condivido davvero il tuo pensiero. Anche io sento importante l’ascolto con disponibilità e sensibilità e mi sembra che, soprattutto in questo periodo difficile del nostro tempo, la gente cerchi il dialogo, una persona con cui aprirsi. Ne ha bisogno.
Ti racconto quello che mi è successo sabato: nell’affacciarmi alla finestra, che da sulla strada che porta alla Chiesa e al cimitero, ho salutato la sorella di una mia coscritta. Io ero con lo straccio in mano e volevo tornare di corsa per finire le mie faccende domestiche ma lei ha iniziato a parlare e allora ho rallentato. Sono, siamo, state più di mezz’ora io alla finestra primo piano e lei sotto ed è finita chiaccherando prima del più e del meno, poi lei mi ha raccontato delle cose personali delicate di salute e di famiglia. Sono stata dapprima stupita con la facilità con cui questa persona mi ha dato fiducia ed ha aperto il suo cuore e poi contenta sperando che questo incontro possa aver alleggerito un po’ il peso che l’altra deve portare ogni giorno. È davvero importante tenere spazio e cuore aperto per saper accogliere quello che la giornata può portare. Grazie Don.