Leggo di un papà che a tutti costi vuole esaudire il desiderio per la sua figlia disabile su una carrozzina e che per il suo ottavo compleanno vuole salire sulla torre di Pisa. 300 grandini impossibili per lei. Il papà non si perde d’animo. Chiama gli amici e insieme costruiscono uno zaino – marsupio dove far entrare sua figlia. Si carica figlia e marsupio a spalla e risale fino in cima la torre di Pisa proprio con sua figlia. Esaudito il desiderio. Il papà semplicemente dice: basta un po’ di buona volontà e si può fare quasi tutto. Io dico dono eccessivo, dove per eccessivo non intendo troppo, ma intendo grande, unico, gratis. Noi viviamo in un tempo in cui tutto deve avere un ritorno. In questo episodio siamo di fronte ad un dono che non chiede niente in cambio. O forse qualcosa in cambio c’è stato. Quando sento la notizia penso a questo. Mi immagino lo sguardo felice di quella bambina nei confronti di suo padre e di sua madre. In ricambio c’è un sorriso e questo basta. Il dono unifica la nostra vita. Dono sul posto di lavoro quando, pur facendo le mie ore di lavoro e sono giustamente pagato, creo relazioni buone, ci metto passione, vivo il mio lavoro come un’occasione di crescita per tutti. Questa è economia del dono. Il dono è quando nel mio gesto di volontariato creo le condizioni per fare in modo che l’altro possa sorridere. Il dono è quando nella politica lavoro con grandi visioni e non facendo calcoli del momento. Questa è economia del dono. Il dono nella chiesa non è proclamare il servizio e l’accoglienza, salvo poi smentirlo nei fatti per tutto un insieme di paure e di no. L’economia del dono prevede un effettivo servizio, una effettiva accoglienza. Questa è economia del dono nella chiesa. E posso continuare con mille esempi, solo dico: l’economia del dono può dare sapore a tutte le azioni che facciamo, a tutte le parole che diciamo. Ma c’è un ambito in cui penso che l’economia del dono oggi può trovare un grande spazio di movimento e di attività. Costruire relazione, creare le condizioni per un mutuo vantaggio. Se non sbaglio questa è una regola fondamentale dell’economia: il mutuo vantaggio reciproco. Non può esistere solo l’interesse personale o di una parte. In questo modo si favorisce qualcuno e si sfavorisce qualcun altro. Il dono è questa reciprocità di interesse vantaggioso per tutti. lo dico in un altro modo. Quando non c’è reciproca soddisfazione nell’attività che si fa c’è come il fallimento del lavoro. Non basta un buon profitto, non basta contestare un sistema gridando al complotto, bisogna creare le condizioni minime per un benessere che salvaguarda tutti. Dove per benessere non intendo lo star bene, ma il bene esistere di tutti. il tutto partendo dal quotidiano.