Dare da bere agli assetati. Potrebbe sembrare la cosa più semplice del mondo. Che cosa c’è di più facile che dare da bere a chi ha sete? Mi ricordo che quando girava qualcuno per l’Agro don Roberto mi chiedeva se avevo portato un po’ di acqua fresca. Oggi tutto è sostituito da un caffè. Un bicchiere di acqua fresca? Banale. Un caffè, che gran cosa! eppure un bicchiere di acqua fresca è negata ad una grande fetta di umanità. Ecco solo due numeri che possono descrivere la situazione mondiale: Nel mondo quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile. Nel mondo 3,5 miliardi di persone non vedono il proprio diritto all’acqua potabile pienamente soddisfatto. E mi fermo qui. Quindi possiamo dire che un bicchiere di acqua fresca è negato ad un sacco di gente. E noi qui la sprechiamo. Mi arrabbio quando rimangono aperti i rubinetti dell’acqua. E mi arrabbio anche quando vedo che l’acqua è sprecata. Qui a Rosciano abbiamo provato a raccogliere dell’acqua piovana per bagnare gli orti, ma ci siamo accorti che non basta mai. Vale sempre il famoso adagio di don Roberto quando proponevo di allargare l’orto: avete l’acqua? E poi c’è la terra riarsa, in ghiacciai che si sciolgono, i fiumi prosciugati. Ricordo che in Bolivia costava di meno una bottiglia di coca cola che una di acqua. Potenza del consumo e della pubblicità. Eppure il dare da bere agli assetati è opera di misericordia corporale, che sostiene e da vita al corpo. Credo che la questione del dar da bere agli assetati è una di quelle cose che mette bene in evidenza come esiste nel mondo un micro ed un macro. Il micro sono tutti i miei comportamenti quotidiani che fanno si che sono attendo a come uso l’acqua e come sono capace nel quotidiano di dare un bicchiere di acqua fresca. Il macro sono tutte quelle questioni che rimangono aperte a livello mondiale circa l’uso, lo spreco dell’acqua e il morire di sete. Dove posso incidere io? Posso farlo in maniera diversa su tutte e due i livelli: micro e il macro. Nel micro metto in gioco tutti i miei comportamenti quotidiani, la mia responsabilità sull’uso dell’acqua e sul donare acqua fresca. Nel macro posso informarmi, capire, sensibilizzare, partecipare a progetti, dichiarare tutte le ingiustizie che girano attorno all’acqua. Vorrei ricordare che l’uomo Gesù un giorno disse: chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Nel bicchiere d’acqua c’è la logica del dono. La nostra vita è un dono, ricevuto da Dio, dai genitori, e tutto quanto ci è attorno è un dono per noi, lasciatoci in eredità dai nostri padri e prima ancora nell’atto della creazione. Tutto abbiamo ricevuto e tutto riceviamo ogni momento. Se prendiamo coscienza di questa realtà non possiamo non rispondere al dono con il dono e fare della vita un dono per gli altri. Più che un atto di generosità è un atto dovuto di restituzione, di giustizia.
Si quando si vede lo spreco ci fa arrabbiare, per dar da bere e da mangiare occorre vedere la vita come dono ricevuto e ridonato a nostra volta in quelle che sembrano piccole cose e insignificanti come sembra piccolo gesto il bicchiere d’acqua, ma è un gesto grande se fatto di dono e se fatto con cuore.