concerto

di | 6 Febbraio 2022

Il palco è ormai stabilito: è Rosciano. Qualcuno lo ha definito: Che sia un inno alla natura e alla voglia di vivere… Come ci insegna la natura che supera ogni avversità…d’amore e beatitudine. Lasciamo così… sul palco oggi salgono gli orchestrali con i loro strumenti. sono tutti gli animali di cui abbiamo parlato in questi giorni. Ciascuno porta con se lo strumento migliore che esiste sulla faccia della terra: la propria voce. Le api, il gatto, gli insetti di ogni tipo, la volpe notturna, il capriolo, l’usignolo, lo scricciolo, la pecora, il cavallo e un infinità di altri animali, tutti con la loro voce. Poi ci sono i fiori che cantano spinti dal vento e le piante che muovendosi sempre a causa del vento hanno una loro melodia: il tiglio, il sambuco, il nocciolo fiorito, il castagno, l’abete, il melograno, la robinia e la quercia. Ognuno con la propria voce. Poi ci sono il vento, il sole, la luna e le stelle, la pioggia, la nebbia, e le nuvole, le montagne vicine e lontane.  Per finire le case degli uomini, la grotta di Rosciano e la chiesa parrocchiale. Tutti hanno la loro voce, tutti si dispongono sul palco di Rosciano. Tutti accordano la loro voce. Il primo che parte con l’accordatura è sempre lui il gatto Faraone. Il più elegante è l’usignolo, il più solenne il tiglio. Il più timido il sambuco, il più tuonante il vento e il più leggero la luna con le stelle. Le case degli uomini fanno un po’ fatica ad accordarsi tra loro e con il resto, perché accordarsi vuol dire mettersi d’accordo, trovare la nota giusta. Ci sono strumenti dalla voce allegra, altri con la voce lenta, altri ancora con una voce andante, e poi la voce rapida con brio. Sono lì, ciascuno al proprio posto. Dopo l’accordatura che ognuno fa per se, provocando una musica disordinata e solitaria, tutti si aspettano il via del maestro e tutti si aspettano un canto corale, unisono, accordato, che va d’accordo con gli altri. Ed invece ecco una cosa unica e sorprendente: il maestro chiede a tutti, anche al pubblico un attimo di silenzio. Tutto tace a Rosciano, per un attimo anche il vento non si sente più. Io protendo il mio orecchio per sentire la musica ed invece silenzio. Un attimo di puro silenzio. Perché questo silenzio? Ho letto che la parola concerto ha due significati: il primo: dal latino concertare ‘gareggiare’, essere in competizione, inteso però come competere insieme per uno stesso scopo, come un volgere le persone ad uno stesso scopo. E poi concerto è anche legato a concertare, fare un patto insieme, concertare, oggi va di moda quando si parla di concertazione sul lavoro. Allora penso che quel attimo di silenzio prima del via al grande concerto è il silenzio in cui tutte le voci si concentrano per volgere allo stesso scopo che è quello di cantare in armonia; uscire dalla competizione ed entrare nel concerto che è un patto tra voci e creazione per cantare una meravigliosa sinfonia che è il creato. Serve silenzio per concertare un patto insieme. Non serve il grido, la protesta, ma il silenzio che ascolta l’altro.

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