comunicare

di | 1 Luglio 2024

La preghiera nella mia esperienza è un cercare Dio Padre. Per fare questa cosa devo come mettere in atto un’arte della ricerca che passa attraverso l’arte del comunicare. Comunicare nelle preghiera, comunicare con Dio non è facile, come non è facile il comunicare in maniera corretta con le persone. Ritengo che la prima qualità del comunicare nella preghiera che cerca Dio e che dialoga con Lui è l’umiltà. Non posso arrivare di fronte a Dio e chiedere una cosa come una pretesa. Non posso mettermi di fronte a Lui con un dialogo del tipo: se non mi fai questa cosa non crederò più in te. Oppure come la preghiera  del fariseo che al tempio ritto in piedi prega, dialoga con Dio dicendo : io non sono come quel pubblicano peccatore : io dico tutte le preghiere, faccio tutti miei digiuni, pago tutte le tasse e faccio del bene agli altri. quindi Signore se io sono così, mi merito questo. questa è la teoria del merito: faccio e prego Dio per ottenere in cambio qualcosa da Lui. Oggi nell’uso del linguaggio siamo diventati raffinati per cui siamo bravi a non lasciar trasparire questa modalità di comunicare con Dio, eppure dovremmo sempre chiederci se il nostro dialogo con Lui sfiora o arriva a questa logica. Ritengo invece che il modo corretto di comunicare con Dio Padre, il modo efficace per dialogare con il Signore nella preghiera è quello della via dell’umiltà. Cosa intendo per via dell’umiltà? Riprendo il racconto del vangelo dove abbiamo già visto  il percorso del fariseo che è pieno di sé  e che prega per avere un premio. Sappiamo bene come in questo racconto esiste anche un pubblicano che prega. Se ne sta in fondo al tempio, se ne sta in penombra. Se ne sta con il volto abbassato. E prega Dio con parole che non pretendono niente, che non cercano un merito. Riporto le parole del brano di vangelo in questione perché mi sembra importante comprendere come si pone il pubblicano di fronte a Dio, ecco Ie parole: “ il pubblicano, invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Questo è dialogare con Dio Padre in umiltà. Non cerco un merito, anzi non ho meriti e quindi preferisco stare in ginocchio davanti al Signore dichiarando: O Dio abbi pietà di me che son un peccatore. Preghiera umilissima che è ascoltata da Dio padre

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