Che cosa facciamo? Sembra la domanda del secolo. La domanda della vita. Che cosa facciamo in tutto il mondo, che cosa faccio a casa mia. Che cosa faccio della mia giornata, del mio lavoro. Che cosa faccio del mio orto e delle mie api, che cosa faccio con i miei figli. Sento alla radio il rapporto del Censis che dice che siamo più malinconici e post populisti. Il primo termine, la malinconia, lo capisco, il secondo devo approfondire per capirlo. Arrivo con la mia macchina a Rosciano, controllo il consumo di benzina e mi dico che devo fare il pieno. Un altro?! Il che cosa facciamo era di togliere le tasse. Ci stanno dicendo tutto e il contrario di tutto. Dai, fate i bravi e dite che ci avete promesso l’’impossibile e che come tutti gli altri vi barcamenate dentro un che cosa fare che ha il sapore dell’impossibile da mantenere. Mi viene incontro il gatto faraone. Chissà se anche lui si domanda che cosa fare. Per il momento mangia, si prende due coccole e poi si sistema per una dormita. Parte la mia giornata, ho tutto predisposto nella testa, ho programmato tutto, ho calcolato tutto. E subito, appena varcata la soglia, ecco il primo imprevisto e poi il secondo. Che fare? Il mio programma perfetto è già saltato per aria, devo ripensare il tutto almeno per la mattina. Che cosa faccio? Mi dicono che sono disorganizzato, non credo. Diciamo che il tipo di lavoro che faccio mi costringe a cambiare continuamente il mio che fare. Ho imparato che non c’è schema che tenga, che è meglio tenere un profilo basso, poche cose e flessibili. Che cosa faccio? Mi alzo, mi cambio per il lavoro e poi cerco nella mia testa di rimettere insieme i pezzi di una giornata che era partita bene, ma che è già piena di imprevisti.
In una situazione come quella che è raccontata nella meditazione, che succede e succederà a tutti, mi viene in mente come l’uomo è talmente piccolo che non può determinare da solo il suo domani.
Recitiamo nel credo: sia fatta la tua volontà. Per la mia opinione, è il mio papà o la mia mamma che mi dicono “sta attento, non sei il padrone del mondo e del tuo tempo, devi condividere gioie e dolori del tuo cammino”.