Bellezza. Ecco un’ultima parola ambigua. Non mi soffermo a dire perché è ambigua. Semplicemente ne voglio mettere in evidenza la bellezza e la sua positività. Anche ieri qualcuno è passato per di qua a Rosciano e ha detto che è un bellissimo posto. Non è bello per quello che ci abbiamo messo noi di lavoro, è bello perché è un angolo di creato molto bello. E chi passa di qui riconosce la bellezza del luogo e magari un po’ di confusione su come noi gestiamo questo angolo di paradiso. Io voglio soffermarmi su un’altra questione legata alla bellezza. Una lezione che devo imparare e insegnare. Credere che c’è una bellezza dentro la mia vita, dentro le scelte che faccio, dentro le mie convinzioni. Per esempio, io riconosco che è bellezza per me un incontro, un piccolo lavoro nell’orto con Alessandro e con gli altri nel tentativo disperato di insegnare a legare i pomodori. È bellezza la scelta di stare con chi fa fatica, accompagnarli, e magari sentire che possono fare dei passi in avanti. È bellezza la possibilità di una preghiera silenziosa. È bellezza è un po’ di vita fraterna. È bellezza questa vocazione originaria alla vita dedita alla Parola sacra e all’Eucarestia quotidiana. Ti entra dentro così nella vita e non ti lascia più e quando succede, come in questo periodo, che sembra di non vedere più questa bellezza allora tutto si confonde. Ma quella bellezza originaria rimane dentro. Vista la prima volta non la si perde più di vista. Quando riprendo tra le mani questa bellezza della mia originaria e forse originale vocazione e la tengo stretta nel mio cuore io esulto di gioia, quando smarrisco questa bellezza originaria di chi sono io, mi perdo e perdo l’orientamento. Mi rendo conto di una cosa: che questa scelta originaria di chi sono io non è solo bellezza di vita, ma è un qualcosa che rimane nel cuore per sempre. E quando sento questa bellezza della mia scelta come fuoco che arde, allora la vita vola. Quando invece la vedo coperta della cenere del vuoto e della fatica allora non riesco ad intravedere bellezza. La bellezza non è un fatto estetico esteriore, la bellezza è un cuore e una vita che sa che sta realizzando la sua chiamata originaria, sta realizzando il chi sono io. La qualità della mia vita sta tutta qui: nell’incontro con la bellezza originaria del chi sono io e della forza di vivere fino in fondo questa bellezza originaria. Qualcuno qui parla di vocazione, io parlo di bellezza originaria. Qualcuno mi ha detto che stare con alcuni ragazzi ad insegnare loro disperatamente a legare pomodori non è vocazione. Per me è bellezza originaria e io la voglio vivere.