Ho fatto una specie di viaggio dentro il mondo affascinante e misterioso della preghiera. Ho scritto una specie di viaggio, perché quello che ho scritto non ha niente a che fare con la vera trattazione della preghiera. Ma sono contento di averlo fatto in questo modo. Che cosa rimane? e dove andare oltre queste parole? Ritengo che rimane la voglia di approfondire, capire, vivere la preghiera. Cioè, detto in altro modo, rimanere il desiderio di pregare. Magari con più continuità, con più fedeltà, ma pregare sì, è un’arte che vale la pena di coltivare con attenzione. Certo è un’arte complessa e difficile, che noi a volte semplifichiamo troppo velocemente inquadrandola in schemi preconfezionati che però non ci regalano la bellezza di una preghiera che nasce dalla libertà dello spirito che soffia come e dove vuole e ispira Lui le parole e i silenzi della preghiera. Dove andare oltre la preghiera? Oltre al fatto di continuare a vivere e ad approfondire la preghiera, andare oltre significa vivere da un uomo di preghiera, cioè tentare di trasformare la mia preghiera nella mia vita. Non lasciare la preghiera al suo momento specifico, ma trasformarla in vita quotidiana. Faccio un esempio: se nella preghiera invoco fiducia, io in qualche modo sono chiamato a diventare uomo che si affida e che da fiducia. Se invoco la pace sono chiamato a diventare uomo di pace. Al riguardo so bene una cosa: che già è difficile la preghiera, ma più difficile ancora è vivere la preghiera, perché mi scontro ogni giorno con la mia fragilità, con le mie incoerenze, con tutte le mie preoccupazioni. So che comunque andare oltre la preghiera è vivere la preghiera a allora proviamo giorno dopo giorno a pregare e vivere di preghiera. Consapevole dei miei limiti.
La preghiera unità alla vita è un’arte lasciata da chi ci ha preceduto, che mi han cercato di insegnarmi sin dall’inizio del cammino. Non è facile, grazie per questa esperienza di preghiera suggerita.
Mi limito a volte a vederla così :sento una croce rossa, dico un ave Maria oppure a volte per strada, prego qualche Ave Maria affidando le persone, che incontro o che nel traffico in macchina. O nel cortile i bambini che giocano, o quando vedo gli aerei in volo… Quando vorrei ricordare un po’ tutti, metto la mano sul cellulare e dico qualche preghiera…
Pregare,è condivisione è appartenenza è sapere che tutti proprio tutti siamo uniti in questa azione quotidiana. Difficile ma bella perché non solo chiedo, ma discuto litigo e a volte non accetto quello che Lui ci propone nel nostro cammino. Fuori da ogni schema ritrovo il senso di uma preghiera legata alla propria vita, poi non so se è preghiera, so che in questo difficile ma dolce dialogo trovo il senso del mio vivere!!