anche sacrificio

di | 2 Aprile 2023

Provo ad insistere sulla mia strada e ringrazio quando qualcuno mi critica, ma ringrazio anche quando qualcuno è d’accordo con il mio pensiero. Oggi prendo un’altra parola che è come rubata dal capitale al mondo del sacro. La parola è sacrificio. Abbiamo visto dono, abbiamo visto speranza, abbiamo visto narrazione, ma dal mio strano elenco mancano ancora almeno la parola sacrificio e merito e quindi non mi fermo fino a quando non arrivo a queste due parole. Sacrificio è parola della religione, dell’economia, di ogni crisi. I sacrifici sono nati o si sono sviluppati durante le grandi crisi collettive – le guerre, le carestie, le pestilenze. Nel mondo antico, quando la vita diventava dura e un male minacciava le comunità, i nostri progenitori iniziarono a pensare che offrire qualcosa di valore alla divinità potesse essere un gesto per garantirsi un buon futuro. Il sacrificio moderno non è più animale, ma provo a definirlo così: il sacrificio, la dedizione piena alla causa, al lavoro, alla scelta di servizio. Ha sacrificato tutto per la causa in cui crede. Il capitale e l’economia del profitto funziona così: prende la parola sacrificio e la applica alla causa del profitto. Non c’è più solo un sacrifico per tenere buoni gli dei, ma un sacrificio dell’umano alla causa del profitto. Posso anche guardare questa parola da un punto di vista positivo. In questo senso ogni dono vero porta intrinseco una dimensione di sacrificio.  Quei doni che non ci costano nulla non valgono nulla, perché il dono vero è sempre dono della vita. questo è il lato positivo del sacrificio e del dono.  Ma esiste anche il suo lato negativo: si tratta di tutte quelle volte che si offre un dono non come sacrificio di sé, ma si dona ad un’entità più grande di noi per tenersi buono chi è più grande di noi. Dono il mio tempo al potente di turno, perché questo in cambio mi offrirà qualcosa che mi è utile. Così funziona il dono del capitale, il sacrificio del profitto. Offro il mio lavoro e lo sacrifico per la grande azienda sperando di ricavarci qualcosa per me. Il sacrificio lo incontriamo oggi in molti luoghi del capitalismo. E non solo nei fenomeni più evidenti, quali i crescenti sacrifici chiesti dalle grandi imprese ai dipendenti, che oggi prendono spesso la forma di veri olocausti della vita intera, perché spesso inutili alla produttività dell’azienda, ma puri segnali di devozione totale e incondizionata. Sacrifico il tempo alla mia famiglia per il lavoro, sperando di portare a casa qualcosa di buono per tutti noi. Ma alla fine il vero guadagno lo ha soltanto chi è in alto e al quale io ho sacrificato tutto. Si può sacrificare tutto anche per una causa di bene? Io credo di sì. Ma non so se è proprio giusto.

2 pensieri su “anche sacrificio

  1. Elena

    Il presidente del tribunale, al quale ho dovuto presentarmi per la donazione di rene, nella sua relazione voleva scrivere : – Sono consapevole dei rischi che questo sacrificio comporta. –
    Ho rifiutato la parola sacrificio, perché il dono non è sacrificio, il dono è una parte di te, tu non “sacrifichi” ma offri, metti a disposizione per un bene più alto, per qualcosa in cui credi fortissimamente! Doni per la vita, e la vita è un bene donatoci da Dio. Noi ne siamo custodi e forse, se ce la facciamo, moltiplicatori. Perché no???

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