Finalmente sono riuscito a sistemare il pc e posso tornare a scrivere. Riprendo da dove ho lasciato: si può coniugare denaro e vangelo? Gesù è molto critico nei confronti della ricchezza. Abbiamo una parabola nel vangelo che in qualche modo ci offre una direzione per comprendere questo rapporto tra denaro e vangelo, per comprendere come Gesù intende l’uso del denaro. È la parabola dell’amministratore disonesto, che sta nel vangelo di Luca. Sembra che in qualche modo ne esce l’elogio dell’amministratore disonesto. In realtà la parabola è uno sguardo realistico sul mondo e sulla società del tempo. La parabola si trova al capitolo 16 del vangelo di Luca. Il primo dato che emerge è questo. La perplessità che la parabola lascia al suo lettore è la seguente: sembra che ad un certo punto si faccia come l’elogio dell’amministratore disonesto. Dice infatti la parabola: Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Un’ elogio della furbizia? Un elogio della scaltrezza? Di solito si tende a spiegare così il testo: i figli della luce, che sono i credenti, devono imparare a essere furbi e scaltri nelle cose della fede come lo sono i figli di questo mondo. Mi vengono due obiezioni: la prima: ma è così ben distinto questo essere figli della luce e figli di questo mondo? Non è che i figli della luce sono anche figli di questo mondo e ne assorbono la stessa mentalità? E la seconda: perché dobbiamo sempre fare queste distinzioni: figli della luce, figli del mondo? Siamo di questo mondo, ma dobbiamo imparare a vivere in questo mondo con il vangelo in mano. La prima riflessione che voglio fare è la seguente. Qui abbiamo a che fare con un amministratore. Colui che amministra beni di altri. E deve rendere conto. Se penso qui a Rosciano noi siamo amministratori di un bene che ci è stato affidato. E dobbiamo rendere conto di questo bene. La terra ci è stata affidata e dobbiamo rendere conto. La vita ci è stata affidata. L’umanità ci è stata affidata. La scienza ci è stata affidata. Noi viviamo del mito della mia casa, della mia macchina, oggi è tornato in voga la mia terra, la mia patria. Non è che il primo modo per coniugare il vangelo e il denaro è quello di tornare a sentirci non proprietari, ma amministratori? Vedremo più avanti nella parabola cosa vuol dire essere amministratore di beni altrui, amministratori di vite altre che non sono mai nostra proprietà.
… ma la disonesta non è un male?…..
Antonio.
… una Parola ridondante che io personalmente considero a monte di ogni questione con il denaro riguarda una delle delle Beatitudini citate nei giorni scorsi… Beati i poveri in Spirito… quindi è determinante, nella mia riflessione, la condizione dello spirito… “ uno spirito contrito tu apprezzi”… quindi ci sono stati nella storia umana delle persone che possedevano, ma con spirito improntato dall’essere povero, quindi non prepotente e condizionato dalla sua condizione di vantaggio, anzi al servizio degli altri… mi viene da citare uno su tutti Adriano Olivetti come esempio…. Ma di solito questi “poveri in spirito sono lontani dai riflettori della storia umana.