Se voglio continuare questa semplice riflessione su agape charitas e non caritas devo in qualche modo entrare in quel mondo che è quello del dono, della presenza di una generosità che si dona fino alla fine. Esiste una bella differenza tra amicizia e agape-charitas. Diciamo che l’agape, l’amore di donazione comprende l’amicizia. E non può succedere il contrario. Non può succedere che l’amicizia inglobi l’agape, l’amore di donazione. Forse la pienezza dell’amicizia è l’agape, l’amore di donazione. Nel vangelo ritrovo alcuni esempi che mi aiutano a capire come l’agape, il dono, completa l’amicizia. L’amicizia può perdonare fino a 7 volte, poi forse si stanca. L’agape perdona fino a 70 volte 7. L’amicizia all’amico dona la tunica, l’amore di carità come dice Gesù, dona anche il mantello e non solo la tunica.. L’amicizia fa un chilometro di strada con l’amico, poi magari si stanca, l’amore di carità è capace anche di fare due chilometri di strada. . L’amicizia di Pietro, l’apostolo, dice che ti seguirò dovunque andrai, ma fino a quando Pietro non entra nell’amore di donazione alla prima occasione rinnega l’amico Gesù; e continuo con un altro esempio che non è nel vangelo, ma che mi piace: l’amicizia offre una notte di veglia al malato che cerca compagnia, l’amore di carità e di dono ne fa anche due di fila. E per finire riprendendo l’inno alla carità di San Paolo e parafrasandolo ne esce che l’amicizia copre, sopporta e spera poco; l’amore di carità, di donazione tutto spera, tutto copre, tutto sopporta. Ecco perché per parlare di amore di carità devo entrare nella logica del dono. E così conclude san Paolo: Sono tre le cose che rimangono: la fede, la speranza, e l’agape. Più grande di tutte è l’agape. So che se voglio riprendere il cammino devo ripartire dall’amicizia che sta dentro un dono, devo ripartire dall’amore di carità, dall’agape..