Ed ecco la 3 lettera di giovani che viene pubblicata su avvenire. Ne pubblico la prima parte oggi. Interessante il tema e la prospettiva che i giovani offrono alla chiesa.
“Piangere con chi piange, compromettersi nelle “cose del mondo”, non parlarsi addosso, digiunare per la pace… Cari padri sinodali, i vostri lavori nei giorni scorsi hanno visto un’iniziativa che ci ha colpiti: avete dedicato una giornata a invocare la pace. In questo momento infuocato da guerre vecchie e nuove, tutte assurde nella loro disumanità, voi avete inserito nei lavori del vostro Sinodo una giornata dedicata alla pace: parola che risuona sempre meno in queste giornate drammatiche, in cui al massimo di parla di tregua, una pausa tra una fase della guerra e un’altra. Ma la pace è un’altra cosa, e voi avete avuto l’audacia di farla risuonare, accompagnata dalla preghiera e dal digiuno. Sappiamo che la preoccupazione per la pace fa parte della cultura dei cristiani e che la Chiesa, che propone di dedicare a essa il primo giorno di ogni anno, l’ha molto a cuore. Ma il vostro grido, che avete voluto che diventasse anche quello di tutti i cristiani e degli uomini e donne di buona volontà, in un momento così rischioso della storia, ha avuto una forza particolare. Avete voluto invocare da Dio la pace, nella consapevolezza che da soli al massimo riusciamo a fare una tregua, ma non la pace che parte del cuore e cambia le relazioni tra le persone, tra le economie, tra i popoli. Avete anche voluto che fosse una giornata di digiuno. Immaginiamo che anche voi abbiate digiunato, volendo provare nella vostra carne ciò che provano migliaia di persone che hanno fame perché non hanno cibo, private di tutto dalla guerra”.