martedì 18 agosto

home2Esodo  34,10-28

10 Il Signore disse: «Ecco io stabilisco un’alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessun paese e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l’opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te. 11 Osserva dunque ciò che io oggi ti comando. Ecco io scaccerò davanti a te l’Amorreo, il Cananeo, l’Hittita, il Perizzita, l’Eveo e il Gebuseo. 12 Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te. 13 Anzi distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e taglierete i loro pali sacri. 14 Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso. 15 Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti, quando si prostituiranno ai loro dèi e faranno sacrifici ai loro dèi, inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificali. 16 Non prendere per mogli dei tuoi figli le loro figlie, altrimenti, quando esse si prostituiranno ai loro dèi, indurrebbero anche i tuoi figli a prostituirsi ai loro dèi. 17 Non ti farai un dio di metallo fuso. 18 Osserverai la festa degli azzimi. Per sette giorni mangerai pane azzimo, come ti ho comandato, nel tempo stabilito del mese di Abib; perché nel mese di Abib sei uscito dall’Egitto.19 Ogni essere che nasce per primo dal seno materno è mio: ogni tuo capo di bestiame maschio, primogenito del bestiame grosso e minuto. 20 Il primogenito dell’asino riscatterai con un altro capo di bestiame e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Ogni primogenito dei tuoi figli lo dovrai riscattare. Nessuno venga davanti a me a mani vuote. 21 Per sei giorni lavorerai, ma nel settimo riposerai; dovrai riposare anche nel tempo dell’aratura e della mietitura. 22 Celebrerai anche la festa della settimana, la festa cioè delle primizie della mietitura del frumento e la festa del raccolto al volgere dell’anno. 23 Tre volte all’anno ogni tuo maschio compaia alla presenza del Signore Dio, Dio d’Israele. 24 Perché io scaccerò le nazioni davanti a te e allargherò i tuoi confini; così quando tu, tre volte all’anno, salirai per comparire alla presenza del Signore tuo Dio, nessuno potrà desiderare di invadere il tuo paese. 25 Non sacrificherai con pane lievitato il sangue della mia vittima sacrificale; la vittima sacrificale della festa di pasqua non dovrà rimanere fino alla mattina. 26 Porterai alla casa del Signore, tuo Dio, la primizia dei primi prodotti della tua terra. Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre». 27 Il Signore disse a Mosè: «Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un’alleanza con te e con Israele». 28 Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole.

Commento

Riconsegnando le tavole della legge, vengono contemporaneamente riconsegnati  i comandamenti, viene riconsegnata la legge. Non stiamo qui a mettere in evidenza le differenze tra la prima e la seconda formulazione. Diciamo invece che ogni volta che l’alleanza tra Dio e il popolo si rompe, essa ha bisogno di essere ridetta in tutti i suoi aspetti, in tutte le sue parole. In questo senso mi pare interessante sottolineare come ogni alleanza che viene infranta e ricostruita alla fine si presenta sempre nuova.  È la novità della parola di Dio, ma è anche la vicenda di ogni relazione con l’altro che richiede sempre una novità, un motivo sempre nuovo per ricominciare. Una relazione non è mai data una volta per sempre. Ha bisogno di parole e di gesti sempre uguali e sempre nuovi. Vorrei sottolineare un aspetto di questo continuo mutamento della legge, che dice una relazione sempre nuova. Vediamo come il testo qui proposto insiste sulla questione del pericolo dell’ idolatria. In realtà i versetti 11- 17 descrivono una vita che si custodisce nella fedeltà assecondando la gelosia di Dio. Il pericolo è che i popoli che verranno soggiogati da Israele siano in realtà potenti nel sedurre Israele verso altri dei e altri culti idolatrici. Ne deriva una meravigliosa attenzione a vivere con essi rimanendo fedeli al Signore. In ogni tempo la comunità credente corre il rischio di legarsi all’idolatria mondana patteggiando e magari rivaleggiando con essa, e quindi entrando nelle stesse logiche di mondanità. La fedeltà al Signore e quindi alla sua Parola è il vero modo per stare correttamente in mezzo agli altri. Questo mi sembra molto interessante per il nostro tempo dove viene sempre più avanti la realtà di una società multietnica e multiculturale dove è sempre più necessario intrecciare la pluralità delle concezioni e delle fedi con la fedeltà al Signore.

Preghiamo

Preghiamo perché non abbiamo mai a dire: va bene tutto. Questa infatti è la radice della confusione e della indifferenza.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

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