venerdì 26 marzo

di | 25 Marzo 2021

Giobbe 42,1-6

1 Giobbe prese a dire al Signore:
2«Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.
3Chi è colui che, da ignorante,
può oscurare il tuo piano?
Davvero ho esposto cose che non capisco,
cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.
4Ascoltami e io parlerò,
io t’interrogherò e tu mi istruirai!
5Io ti conoscevo solo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
6Perciò mi ricredo e mi pento
sopra polvere e cenere».

Commento

Quello che ci propone Giobbe oggi non è una resa, ma una costatazione: Giobbe è come chiamato a costruire una nuova immagine di Dio. dice infatti il testo: io ti conoscevo per sentito dire, ma i miei occhi ora ti hanno veduto.  Mi piace pensare a un Giobbe santo, ma di una santità originale, unica. È quella santità di chi ama Dio, ma lo ama in maniera schietta, vera. L’amore che Giobbe ha per Dio non si nasconde dietro una strana accettazione della volontà di Dio. si tratta invece di un amore che oserei dire attivo, in movimento. Che vuole capire, ma che sa anche accettare. Un santo strano dunque, perché polemico, lamentoso e ribelle; ma un santo emblematico, uomo-simbolo di chi, come diciamo noi, è ingiustamente perseguitato dalla sfortuna che non viene mai sola, prototipo antico del dolore innocente: pensiamo ai bambini vittime delle guerre, pensiamo a tutto il dolore innocente. Giobbe lo definirei il protettore di tutti coloro che, pur soffrendo non smettono un attimo di cercare riposte. Non smettono un attimo di provare a vivere anche dentro la sofferenza. Non smettono un attimo di scrutare il pensiero di Dio. Giobbe ha sempre creduto all’amore di Dio per lui; questa certezza nella giustizia divina espressa in forma martellante è giunta a squarciare i limiti del suo orizzonte terreno, al confine dell’aldilà , è giunta a vedere Dio, senza tuttavia cogliere tutto il mistero di Dio.

Preghiamo

Preghiamo per tutti malati.

3 pensieri su “venerdì 26 marzo

  1. sr Alida

    Non c’è per me che riconoscermi creatura bisognosa di perdono, di pace….per conoscere il Signore non per sentito dire, ma perché sempre e comunque sperimento il Suo amore…. Con voi prego per tutti i malati

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  2. Cesare

    L’affermazione di Gionbe: ti conoscevo per sentito dire ma ora i miei occhi ti hanno veduto” mi sembra essere il fulcro di tutto il libro ed apre spazi di riflessione e preghiera.
    Come conosco Dio, come parlo di lui, quali parole gli metto in bocca.
    Una grande affermazione e ed interrogativo sulla fede.
    Grazie Giobbe.

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  3. Elena

    Bello questo incontro diretto con Dio! Chi di noi può averne fatto esperienza? Forse colui che ama Dio profondamente e nelle verità di ogni giorno, nel bene e nel male dei propri vissuti. Forse chi lo riconosce persino negli angoli più oscuri di se stesso e della vita. Forse la luce di Dio traspare attraverso chi ne fa esperienza, ci sono persone così luminose…anche se piegate dal dolore e dalla fatica. Ricordo don Roberto, per associazione di pensieri e tutti gli ammalati nel corpo e nello spirito. Possano vedere il Signore, attraverso le pieghe del loro dolore…

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