Ad un certo punto ieri si è messo a nevicare. Niente di particolare, ma un fuori stagione così non me lo aspettavo. E poi speriamo che non gelino i germogli delle piante e i semi sotto terra. Poi torna il sole e verso sera esco di casa, mi guardo in giro e intravedo tra gli alberi che non hanno ancora le foglie una luce vivissima. State tranquilli non ho le visioni. Solo che la luce del sole che filtra tra gli alberi crea questo strano effetto. Una luce fortissima, accecante. Intravedo, questa è la parola che mi colpisce. Intravedo luci e ombre. È l’anniversario, è passato un anno. È stato piantato il bosco della memoria. Ho ascolto il suono della tromba di Paolo Fresu, toccante e struggente. Ho sentito i rintocchi della campana di Berbenno che ricordano i defunti del Covid. Ma io rimango con quella luce intravista tra i rami di Rosciano. È anche un anno che scrivo pensieri. Avevo iniziato quando l’anno scorso mi trovavo chiuso in camera e volevo lanciare messaggi belli. Forse è ora di smettere, non ho più tante idee per la testa. Ma quella luce non mi lascia un attimo. Intravedo tra i rami, la fine di un mondo che ha portato benessere e disastri. Intravedo la fine di una chiesa che non sta con i poveri, ma che è capace di dire solo no. Intravedo il riscatto di Massimo, Adel, Vova, Mounir e tutti gli altri. Intravedo un creato non può solcato da razzi, ma da stelle luminose. Intravedo la civiltà della fraternità. Si tratta di un attimo solo. Poi quella luce intravista tra gli alberi svanisce e tutto ritorna normale. Per un attimo ho intravisto quello per cui voglio vivere e amare, e sacrificare il mio tempo e che sembra impossibile vivere in pienezza. Ho visto un dono che mi è stato consegnato e che devo afferrare e vivere fino in fondo. Ma non basta mai. Ci vorrebbe una luce intravista tra gli alberi ogni giorno, per sognare, per amare, per vivere. Ma so che queste luci sono rari momenti. Rientro in casa preparo la cena con gli avanzi di mezzogiorno. Saluto il gatto faraone che pensa bene di partire per uno dei suoi giri e mi preparo per salire a Berbenno. In quel momento intravedo una macchina, scende una persona amica e mi porta del cibo per la casa e per i ragazzi. Altra piccola visione di luce. Concedimi di intravedere sempre raggi di luce nella mia vita, perché solo così posso andare avanti in questo tempo per me difficile.
Don non riesco a leggere ogni giorno i tuoi pensieri Ma non cancello così posso gustare questo regalo quando ci sono spazi liberi e ti ringrazio. Si talvolta nella vita il Signore ci dona frammenti della sua luce attraverso le piccole cose ordinarie, credo che queste aiutano tanto il nostri cammini di fede e di figli di Dio… E lo ringrazio.