qoelet 1,6-22
7 Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa». 8 Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». 9 Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10 Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. 11 Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». 12 Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore. 13 Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore, 14 un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi, 15 quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo». 16 Mentr’egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo». 17 Mentr’egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo». 18 Mentr’egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore, 19 quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo».
20 Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21 e disse:
«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».
22 In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
Commento
La vicenda la conosciamo. In un attimo Giobbe perde tutto, rimane sulla nuda terra. Sappiamo anche che la questione in cui si trova Giobbe è dovuta a quella grande scommessa che satana ha fatto con Dio: metti alla prova il tuo amico Giobbe, vediamo se resta fedele a Dio. Ma soprattutto il libro di Giobbe mette sul tavolo quella grande critica al principio di retribuzione. Gli amici cercano di consolarlo, ma soprattutto cercano di trovare un perché alla sua sventura. Ci sarà un motivo, un qualcosa che è successo. Qualcosa per cui Giobbe si ritrova in quella condizione. È la storia di tutti i tempi: l’uomo cerca spiegazione al suo dolore, al male del mondo. Giobbe prende un’altra strada: impara a convivere con la sua sofferenza, anzi impara a convivere con rettitudine e fedeltà e dolore e ingiustizia. Per leggere il libo di Giobbe bisogna entrare in quel personaggio che osa sfidare Dio, che ha il coraggio di cambiare la sua idea di Dio, quell’idea che aveva imparato dalla legge di Mosè e a cui da sempre Giobbe è rimasto fedele. Ma per leggere il libro di Giobbe dobbiamo anche entrare nelle sue contraddizioni, nei sui poli estremi, ma che trovano unità nel suo corpo martoriato. Il polo estremo della contestazione a Dio e l’altro polo altrettanto estremo dell’abbandono a Dio con quel il Signore ha dato, il Signore ha tolto sia benedetto il nome del Signore. Tutto questo è Giobbe e tutto questo è l’uomo di fronte al dolore ingiusto. Giobbe insomma ci costringe a fare i conti con tutte le nostre contraddizioni di fronte al dolore.
Preghiamo
Preghiamo per il papa.
Ogni prova è fonte di contraddizione. Credo sia umano. Così umana la rabbia, umana la ribellione, umana la rassegnazione, umana la sconfitta, umano il senso di ingiustizia, umano l’abbandono alla volontà di Dio. Tutto difficile! La risposta di Giobbe toglie il respiro, soprattutto di fronte alla morte dei figli. Quanto dolore, più di quanto si possa immaginare. Lo stesso, fino a questo punto, di chi subisce eventi naturali catastrofici immani, o la guerra… Fino a che punto sopporterei? Fino a che punto accetterei la volontà di Dio che ricordo in ogni “Padrenostro”? Piegato, ma non abbattuto, Giobbe. Puoi accettare, Signore, che la mia risposta sia semplicemente diversa?
Unisco la mia alla comune preghiera per il Papà.
Unendomi alla comune preghiera per Papà Francesco chiediamo di affidarci in ogni in ogni situazione all’amore del Padre.. Preghiamo anche per il governo dell’Italia.