Ieri salivo verso Blello per la messa e pensavo alla neve. Fino a Berbenno solo qualche macchia qua e la; poi arrivo a Blello e vedo il prato davanti alla chiesa ancora tutto pieno di neve. E via con i pensieri. Di seguito sono venuti così. Magari ci potrei portare i ragazzi a slittare un po’. La domanda successiva è stata: ma lo posso fare seguendo i regolamenti circa il numero di persone e gli assembramenti? Ultimamente mi viene sempre più spontaneo fare questa domanda: ma lo posso fare? poi ho pensato a qualche sciatore che poteva sciare liberamente su quella distesa di neve e ho subito collegato alla quantità di neve che è venuta quest’anno e agli impianti di sci fermi, al danno economico, ma anche al fatto che la natura ha come respirato in questo anno. Niente invasione di sciatori, ma solo anno sabbatico, anno di riposo. Poi ho pensato alla bellezza della neve, alla bellezza del paesaggio, a quel piccolo angolo di paradiso che è la chiesa di Blello con tutti i suoi prati e boschi intorno, con il suo cimitero. Tutti questi pensieri sono arrivati nel giro di un minuto e sono finiti lì. Dovevo entrare in chiesa per la messa e quindi era necessario concentrarsi un attimo. Ma durante la messa mi sono come distratto un attimo e mi tornata alla mente quella luce di neve che era il prato davanti alla chiesa. E non sono più riuscito a vedere la bellezza della neve, ma la disumanità degli uomini. Ho come visto le immagini rimandate dai social e dalla televisione di quei 900 profughi in Bosnia in mezzo alla neve. Senza scarpe, senza un riparo per la notte, senza niente. E ce ne sono altri 1500 in condizioni precarie. qui la neve non è una bellezza, una bella sciata, una passeggiata, ma un dolore. Branduardi durante il covid, dopo un lungo periodo senza suonare ne cantare niente, dopo un lungo periodo di silenzio che lui chiama anche il silenzio di Dio, ha composto un Kyrie. Nel testo ad un certo punto si dice così:
Perché lungo è il cammino quando avanza la sera. Ed un lume non basta per portarmi la luce. Tutto il pane non basta per saziare la fame. Tutta l’acqua non basta per calmare la sete. E l’amore non basta per lenire il dolore. Se apri gli occhi ora vedi Prendi fiato e respira. Oltre le ombre cammina Scopri, conosci ed esplora. Non giudicare, consola. Non ti scordare il perdono
Credo che se vogliamo vedere la luce di neve in tutta la sua bellezza dobbiamo inchinarci un attimo e chiedere perdono a chi nel mondo soffre e muore per l’ingiustizia, la violenza, e l’arroganza umana. Non basta nemmeno la carità, serve chiedere perdono e ricominciare tutto da un nuovo inizio.
Straziante come qualcosa di meraviglioso in sé, bello e divertente per qualcuno,sia anche terribile e mortifero per altri. E qui la natura non c’entra. C’entra la disumanità, il come ci siamo ridotti,esseri spietati ed opportunisti quali siamo, in nome di cosa? Ombre…ma sono esseri umani quelli che cercano umanità, non sono solo immagini, non sono ombre. Sono papà, mamme, nonne, figli,donne e uomini, quelli respinti alle frontiere nella neve. E la bellezza diventa strazio del passaggio di esseri umani, di un esodo che porta morte ed immane sofferenza.Cosa è cambiato nel nostro modo di essere a 70 anni e più da leggi razziali, da discriminazioni, da conquiste di benefici sulla pelle di altri… Cosa rimane della nostra umanità? Perdonaci, Signore, perché ancora una volta non riusciamo a vederti nel povero, nel migrante, nell’indifeso, nel’affamato, nel nudo, nell’uomo che chiede solo un po’ di umanità…