Il tempo scorre sempre e inevitabilmente. A volte capisco bene dove mi conduce, altre volte rimane un mistero a cui affidarmi. Succede anche che la chiarezza del tempo a volte è luce piena, come è stato la notte di natale. In quella notte una luce ha come illuminato l’oscurità. A volte è un tempo precario, legato alla fragilità del momento, alla fragilità del proprio corpo, della propria mente. In generale posso dire che ho quasi l’impressione che queste due parole sospeso e precario fanno parte della mia vita e sono parte di me in un modo legittimo, unico. Fanno un po’ parte di me. Non mi sento giusto perché il troppo giusto alla fine è saccente, pieno di sé e rischia di giudicare gli altri. Non mi sento nemmeno solo fragile perché altrimenti rischio di rompermi sempre come un bicchiere di cristallo fragile. Mi sento precario e quindi bisognoso di un appoggio. Forse è per questo che scrivo, perché è il mio appoggio. Forse è per questo che invoco Dio, perché in Lui mi sento solido. Sta di fatto che la precarietà la si supera solo facendo delle scelte, delle scelte solide, fedeli. Mi domando quale è la nostra vera condizione: precario o solido? Incomincio a pensare che la verità sta nel fatto che esiste una precarietà che è la solidità della vita. Sono solido quando vivo fino in fondo la mia condizione di precario. In questi giorni mi sento più precario che solido. Sono un po’ come questo tempo invernale, non capisci bene se piove, se nevica, se esce il sole. Non capisco, ma cerco di star dentro nella vita, anche se appare come sospesa. Il maestro Oogway in Kung fu Panda dice a Poh: “Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà; ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente”. Vivere nel Kairos vuol dire non caricarmi di preoccupazione per quello che il futuro ci riserva. Il Kairos ci costringe a fare i conti con la vita oggi, a decidere di noi, della nostra casa, della nostra chiesa, del mondo, a partire da una vita dove facciamo l’esperienza di essere raggiunti dall’Amore. Certo sono precario, sono sospeso, devo avere il coraggio di dire la mia ogni giorno, ma il kairos, il dono che ogni giorno ricevo mi permette di andare avanti. Rimarrò precario, ma grato per quanto la vita mi dona.