quando la vita è affidamento

Mi fido, ma fino a che punto? Dove e come gioco la partita della fiducia? dove arriva il limite del mio affidarmi? Guardo le persone attorno a me e vorrei dare sempre credito alla loro vita, è come se chiedessi agli altri e a me stesso di mantenere sempre le promesse, la parola data. Sempre. E quando questo non avviene mi sento tradito proprio nella fiducia. questo può capitare, ma fino a che punto sono forte da pensare che posso ricominciare, ogni volta, sempre? E dove sta la molla, la spinta che mi fa ricominciare? Sono domande grandi che non hanno una risposta precostituita. Non è come mettere una moneta nella macchina del caffè e vedi scendere il caffè e se non scende puoi sempre chiamare il tecnico che sistema la macchina. No quando c’è di mezzo la fiducia non funziona così. Per esempio uno degli elementi che mi impedisce di dar credito all’altro è la grandezza della promessa e di conseguenza la grandezza della mancata promessa. Più è grande la mancata promessa più aumenta l’incapacità di dare fiducia. sembra banale la cosa, ma noi non giochiamo la fiducia su delle teorie con algoritmi che ne determinano le scelte, ma sul quotidiano imprevedibile e carico di mistero. Altro elemento è la ricaduta nella mancata promessa. Una volta va beh si può provare, due, tre quattro volte e poi diciamo basta. lo diciamo per i nostri figli che ci promettono e poi ricadono, lo dicono gli altri su di me: basta non sei affidabile, troppe volte hai mancato nella promessa data. Ultimo caso è quando ci metto anche la volontà: lo faccio apposta, lo faccio per un secondo fine. Qui è praticamente chiuso il discorso della fiducia. ecco tutti questi elementi possono portare un uomo e una donna a chiudere con la fiducia: di te non mi fido più. e poi che fare? qui si apre il vuoto, la fatica, la paura. Credo che, per non cadere nel vuoto, vale sempre la pena di lasciare aperto uno spiraglio di fiducia.