C’è nella mia vita una prova che sto attraversando e ve ne parlerò in questi giorni. Devo solo trovare le parole giuste. E la voglia di raccontare di me. Intanto ci dobbiamo accontentare di queste semplici parole. La prova della vita mi spinge nel deserto, la dove si è soli, la dove il terreno è inospitale, la dove manca tutto e forse anche l’essenziale. La prova è proprio così, ti spinge nei terreni più inospitali e inaccessibili che la vita stessa conosce. E quando si è in questi terreni inospitali non è che può fare molto, li devi in qualche modo attraversare tutti e fino all’ultimo passo, fino all’ultimo respiro, pena restare impantanato del deserto della prova e se rimango impantanato nel deserto della prova non è che vado molto lontano nella vita. ma soprattutto il deserto della prova mi pone nella condizione di essere solo con me stesso, di fare i conti con la mia vita, di fare i conti con il mio cuore. E questo a volte è più complesso che attraversare il deserto della prova. Rimanere soli con se stesso, fare i conti con se stesso è il deserto, è la prova. Quando la vita è prova diventa deserto, cuore in tumulto, a volte diventa angoscia, paura, è ferita che non si rimargina. Penso sempre alla prova della malattia, alla prova della violenza subita, alla prova dell’ingiustizia subita. Tutto questo è attraversamento del deserto. Ma vi è ancora una caratteristica di questo deserto della prova. Si chiama solitudine. La prova della vita, il deserto della vita è solitudine pura. Nessuno si può sostituire a me, nessuno può decidere al mio posto. Io sono solo con la mia prova e se delego la risposta alla prova ad altri ho come svenduto la mia libertà e la mia responsabilità. Forse l’unica possibilità è trovare nel deserto delle tracce, un accompagnatore, una guida che indica la via di uscita. Ho due esperienze di deserto puro: il deserto dell’Hoggar di Tassil in Algeria e il deserto del salar de uyuni in Bolivia. Si va con la guida in entrambi i deserti e ci si affida alla guida. Da soli ci si perde quasi sicuramente. A meno che sei un esperto viaggiatore, ma allora non è più una prova, ma un avventura. Quando la vita è prova necessita di una guida, di un accompagnatore, necessità di uno sguardo al cielo per cercare punti di riferimento. Necessità di guardare l’orizzonte della vita per scorgere la fine della prova. Necessità di cercare continuamente tracce di altri camminatori passati prima di me e di seguire con attenzione le loro tracce. Ecco il paradosso della prova: la si affronta da soli ma necessità di una guida.
Le prove sono deserti di solitudine, dici bene. Ma per poterli attraversare ci sono dei punti fermi, qualcosa o qualcuno che orienta, che guida. Altrimenti il deserto non lo si passa, ci si perde dentro fino a morirne. Ogni prova è deserto di fatica, di paura, di smarrimento, ma anche l’unico luogo fisico e psichico, materiale e spirituale in cui ascoltare profondamente se stessi e sapere chi si è, cosa si può fare, quali scelte operare. In tutta la solitudine personale però ci accompagna il Padre, ci tiene per mano o semplicemente cammina silenzioso al nostro fianco. Ed in Lui ritroviamo noi stessi un po’ più segnati ed un po’ più forti, e alla fine, un po’più leggeri. Perché la Sua presenza ci fa cogliere ciò che è meglio per noi, ciò che invece non ci serve più, ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno per stare bene. E per essere persone nuove. Che il Padre ti accompagni nella tua prova!
viva la prova
La presenza del Padre ci rende forti, la sua guida ci indica la via e ci sostiene. Ogni vita procede in solitudine ma sapere che Lui è con noi e non ci abbandona, ci fa sentire più leggeri e pronti nella prova. Grazie Don Sandro per la profondità delle tue meditazioni.
grazie Marika
Che le preghiere ed il pensiero di amici ti possano accompagnare Don Alessandro nella tua prova…
Il deserto e la prova possono far paura (a me ne fanno e ne hanno sempre fatta) ma è solo vivendoli, sperimentadoli e percorrendoli che alla fine scopri qualcosa di più di te e senti di non essere stato mai del tutto solo. Un caro saluto
grazie Dania sono certo di essere accompagnato dal ricordo di tanti amici
Vero che nessuno ci puo’sostituire nelle prove e nelle aridita’.… ma lo sguardo al cielo se appena ci riusciamo a ricordarlo è il punto sicuro che ci da guida sicura.. Per il guado che da soli non possiamo attraversare.. Ti ricordo al Signore don con tutte le persone che son sole nel cammino, e per il vissuto che ci comunichi grazie.