2 Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non soccorri? 3 Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. 4 Non ha più forza la legge, né mai si afferma il diritto. L’empio infatti raggira il giusto e il giudizio ne esce stravolto. 5 Guardate fra i popoli e osservate, inorridite e ammutolite: c’è chi compirà ai vostri giorni una cosa che a raccontarla non sarebbe creduta. 6 Ecco, io faccio sorgere i Caldei, popolo feroce e impetuoso, che percorre ampie regioni per occupare sedi non sue. 7 Egli è feroce e terribile, da lui esce il suo diritto e la sua grandezza. 8 Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli, più agili dei lupi della sera. Balzano i suoi destrieri, venuti da lontano, volano come aquila che piomba per divorare. 9 Tutti avanzano per la rapina. La loro faccia è infuocata come il vento d’oriente, ammassano i prigionieri come la sabbia. 10 Egli dei re si fa beffe, e dei capi si ride; si fa gioco di ogni fortezza, assale una città e la conquista. 11 Poi muta corso il vento: passa e paga il fio. Questa la potenza del mio Dio!
commento
il testo inizia con questo: fino a quando, fino a quando implorerò e non ascolti….. si tratta di una lamentazione del profeta Abacuc. quando nella bibbia si parla di lamentazione non siamo nel genere: mi lamento di qualcosa, brontolo per qualcosa. io per esempio appartengo a questo genere letterario: molto brontolone! Se pensiamo alla lamentazione biblica così, siamo fuori strada completamente. si tratta invece di un genere letterario che ha più il carattere della supplica a Dio. il profeta prende atto di una situazione drammatica e invoca Dio chiedendo di porre fine Lui a tale situazione, perchè l’uomo da solo non è in grado di porre rimedio alla drammaticità degli eventi. La lamentazione è una preghiera di supplica. Fino a quando Signore lascerai andare la storia per una via di violenza e di guerra. Sembra quasi che l’uomo voglia forzare la mano di Dio ad agire a favore del povero, ben sapendo che Dio non può cambiare la storia. Oserei quasi parlare di un sentimento di sfogo, di impotenza contro il male di richiesta di aiuto. Nel libro del profeta Abacuc sono molte le lamentazioni. il motivo di tale supplica è descritto in questa prima lamentazione in questo modo: il profeta vede violenza, iniquità, oppressione, rapina, malvagità e per finire il giusto che viene calpestato. Anche noi oggi vediamo tutto questo. Pensate se invece di lamentarci continuamente per tutto il male che vediamo, fossimo capaci di elevare la nostra supplica al Signore, chiedendo consiglio, discernimento e sapienza per agire nel modo più bello possibile. Meglio una supplica a Dio che una lamentela brontolona!
preghiamo
preghiamo per Luca e Monica
dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Abacuc personifica molto bene i sentimenti, i dolori, le attese degli uomini di oggi. Sembra che Dio non veda il male che sta succedendo, mentre il profeta vede, si rattrista e supplica. Ma Dio non è uno spettatore distratto o indifferente. Dio muta la sorte del suo popolo.Preghiamo per Luca e Monica, preghiamo per Francesco, preghiamo per tante situazioni di dolore davanti alle quali ci sembra che Dio non intervenga. Mentre le situazioni sembrano travolgerci, Dio muta il nostro cuore e lo fa entrare nel mistero di salvezza. Oggi con la mia comunità sarò in ritiro in un luogo chiamato Sitio da paz: porto ciascuno di voi ella preghiera e nella contemplazione.
Dopo aver constatato lo stato terribile della realtà circostante, non ci resta che tirarci su le maniche e lavorare quotidianamente. Eppure, sto assistendo quest’anno ad una cosa che non mi era mai accaduta prima nella mia vita professionale. Sto lavorando alacremente su una situazione difficilissima, e più contrasto con le colleghe ed un impianto educativo contenitivo la problematicità, più questa sembra lievitare ed assumere pieghe sempre più preoccupanti per il futuro del ragazzo, già molto esposto.
Cosa posso fare ancora? Contrastare in tutti i modi possibili e coinvolgendo più persone ed operatori, sembra non bastare mai. Non mi resta che affidare lui e la sua famiglia al Signore. C’è un limite a ciò che riusciamo a fare, dopodichè resta solo l’amore di Dio. Ecco l’affido a Lui e mi ci affido anche io, con le mie preoccupazioni e i dubbi, con i perchè che solo Lui conosce.
E che la Sua mano misericordiosa agisca il meglio, là dove la mia e la nostra piccolezza non arriva!
Affido al Signore le mie fragilità e le mie impotenze.
Prego secondo le intenzioni di tutti e per questo momento di vita di Sr Rita.
Elena
Anche a me capita di dire “fino a quando”,eventi dolorosi ,che si susseguono..sbarchi ,morti innocenti..valori piu’ importanti e belli venuti meno….gente che stà troppo bene …poveri che aumentano,non si capisce bene se i posti di lavoro aumentano o diminuiscono sempre piu’…Senza tenere presente che c’è un bene a cui dar voce;e chi da voce a questo bene ,come dice Elena nonostante si fatichi molto,ci si scopre impotenti … una missione , che a volte ,ti fa sorprese ,come per sr.Rita …. Non ci resta che affidare CON COSTANZA , senza stancarci ,a Dio e supplicare….poichè Dio si china su di noi non da spettatore….ricordiamo Luca ,Monica,Francesco ,Grazie sr. Rita che ci porti nella tua preghiera.
Come sento veri la Parola di Dio di oggi e le vs.riflessioni ! Quante volte anch’io mi lamento per la complessità del lavoro, i pochi risultati visibili e le pochissime soddisfazioni.. Dovremmo imparare a chiedere perdono al Signore di questo atteggiamento scontento è triste.. chiedo quindi al Signore di donare più gioia e capacità di vedere oltre le piccole fatiche quotidiane..