14 domenica T. Ordinario – dal vangelo di Matteo
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. 22E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello”».
Commento
La comunità, la Chiesa non è il luogo dove non si sbaglia mai, ma il luogo in cui, una volta sbagliato si fa esperienza dell’abbraccio che perdona ovvero rialza, rimargina le ferite e fa avanzare. Terribile quella Chiesa in cui è proibito fallire, cadere, sporcarsi; spaventosa la comunità dove si attende che tu divenga migliore e nel frattempo non riesci a muovere un dito per paura di sbagliare e venire giudicato. Il servo della parabola che qui viene perdonato dal re per un debito folle, tratta il suo simile – debitore a sua volta verso di lui di una cifra irrisoria – semplicemente con in mano la legge del tempo che prevedeva che chi non aveva da restituire finiva dritto in prigione. Questo servo malvagio ha solo agito com’era prescritto dalla norma vigente. Un uomo di certo giusto ma spietato. Si può essere perfetti osservanti della legge – civile o religiosa che sia – e al contempo malvagi. Onesti e cattivi. Gesù ci sta dicendo che esiste una giustizia che sovrasta la giustizia giusta, e questo tipo di giustizia non dà a ciascuno ciò che si merita, ma ciò di cui l’altro ha bisogno. Per trasformare il mondo non bastano il diritto e la giustizia, perché con l’applicare la ‘giusta’ giustizia si può perpetrare il peggiore dei mali. La vera giustizia ha il nome della compassione e del camminare insieme.
Preghiamo
Preghiamo per la val d’Imagna che oggi ricorda la madonna della cornabusa
La comunità ,la Chiesa,,non è il luogo perfetto dove non si sbaglia mai ,ma nell’abbraccio del Padre sempre la possibilità di ricominciare ..Affidando alla madonnina della Cornabusa la sua valle affidiamo le comunità parrocchiali che iniziano in questo tempo un nuovo cammino …