1 Il Signore mi disse ancora: “Va’, ama una donna che è amata da un altro ed è adultera; come il Signore ama gli Israeliti ed essi si rivolgono ad altri dei e amano le schiacciate d’uva”. 2 Io me l’acquistai per quindici pezzi d’argento e una misura e mezza d’orzo 3 e le dissi: “Per lunghi giorni starai calma con me; non ti prostituirai e non sarai di alcun uomo; così anch’io mi comporterò con te. 4 Poiché per lunghi giorni staranno gli Israeliti senza re e senza capo, senza sacrificio e senza stele, senza efod e senza terafim. 5 Poi torneranno gli Israeliti e cercheranno il Signore loro Dio, e Davide loro re e trepidi si volgeranno al Signore e ai suoi beni, alla fine dei giorni”.
Commento
Questo breve capitolo del libro di Osea, che apparentemente riprende gli stessi temi già trattati, mi sembra in realtà molto più difficile e realista del precedente. E’ un capitolo capace di dirci fino in fondo quale sia la fisionomia del rapporto tra Dio e il suo popolo; e, più in generale il rapporto tra Dio e l’umanità, e tra Dio e ogni persona. In fondo la vicenda descritta nei cap.1-2 sembrava collocabile nell’orizzonte di un “incidente”, nell’orizzonte del può capitare e di conseguenza come memoria di un “peccato” compiuto in una vicenda nuziale; Qui però, oggi, tutto tende a descrivere una situazione e una vicenda che si pone a priori nello spazio dell’impossibilità della fedeltà e della totale inadeguatezza di questa donna che Dio fa sua. Da subito, prima che entri in contatto con il profeta, lei è descritta come una “che è amata da un altro”, quindi a priori è “già” di un altro. Nello stesso modo “il Signore ama gli Israeliti ed essi si rivolgono ad altri dei…”. La vicenda quindi appare “costituzionalmente” malata e impossibile, e non solo ferita “storicamente” da un peccato. Non si tratta di una ferita accidentale, ma della verità della vita: il popolo è costituzionalmente incapace di essere fedele. Qui tutto potrebbe finire. Ma anche in questo caso la sacra scrittura offre uno sguardo diverso. I “lunghi giorni” della stabilità nuziale non si presentano come un tempo di felice unione, ma come quel tempo in cui, privata di tutti i segni della comunione e dell’affetto del suo Signore, Israele ritornerà in se stesso. Ma tutto sembra sottintendere che di per sé non potrà essere che una fase passeggera. Ci sono una serie di verbi che descrivono lo splendore della conversione e dell’amore ritrovato: “torneranno, cercheranno, si volgeranno”. Mi sembra sempre più chiaro che questo popolo è “santo”, proprio perché sperimenta incessantemente la potenza di vita, intesa come passaggio dalla morte alla vita, come Pasqua, cioè sperimenta la continua e infinita dinamica dell’innamoramento, dell’infedeltà e della conversione come ritorno a Dio.
Preghiamo
Preghiamo per Giacomo e per la sua famiglia.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Si delinea sempre più chiaramente in questa storia, che appare tanto umana quanto lontana, l’amore di Dio per il suo popolo. Un popolo fatto di tutti noi, con le nostre magagne, le nostre fragilità , le nostre pochezze, le nostre prostituzioni…Una storia che appare piccola e dura nella sua drammaticità epocale, e poi si apre come una rosa al sole…. Cose difficili da comprendere nell’immediatezza di una lettura superficiale, che vanno via via facendosi manifeste in un disegno più grande che al centro, mi pare proprio, ha l’amore di Dio per noi. Un amore che vuole il riscatto dell’uomo e la sua purezza, che vuole l’uomo, nonostante tutto.
Un amore tenace e fedele…
Grazie, Signore, per questo Tuo amore senza se e senza ma…. per questo amore “per sempre” che a volte ci fa tanta paura….
Un pensiero per Giacomo e per chi necessita di uno sguardo d’amore infinito nelle vicende della vita…
Elena
Questo tratto di Osea di oggi è si, un pò difficile ,per mè.Il commento di don Sandro mi aiuta a capirne il senso,sopratutto verso la fine quando si riferisce a trè verbi :”torneranno,cercheranno,si volgeranno..”dello splendore della conversione e dell’amore ritrovato, nuova fedeltà di Dio e nuova speranza per l’uomo e per il Suo popolo .Grazie don! Una preghiera per Giacomo e la sua famiglia.Un saluto a tutti.
Accostarsi all’amore che Dio ha per l’uomo, per noi, è una esperienza che salva. Ci conceda il Signore di vivere questa esperienza nella ferialità delle nostre relazioni, nelle delusioni che spesso connotano il nostro vivere. Una preghiera per una giovane che ieri ci ha dato motivo di forte delusione e dolore.