Sabato 23 settembre ’17 – Gen 32,23-33
23 Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado dello Iabbok. 24 Li prese, fece loro passare il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. 25 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27 Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». 28 Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29 Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». 30 Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. 31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». 32 Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all’anca. 33 Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
Commento
Ecco un altro episodio chiave della vicenda con Dio: la lotta notturna con uno sconosciuto al torrente Iabbok. È forse uno dei testi più affascinanti e misteriosi insieme della sacra scrittura. Ci troviamo ad uno snodo fondamentale della vita del patriarca Giacobbe. Questo torrente è considerato il confine con la terra santa. Quindi Giacobbe sta per fare un passaggio, sta per entrare nella terra santa. Dopo tanti anni forestiero ritrova la terra promessa. Il fiume è un torrente impetuoso in piena; è notte. È notte anche nell’animo di Giacobbe. Sa che gli sta venendo incontro suo fratello Esaù e non con propositi di pace. E prova paura. È notte nella vita di Giacobbe. Anche se la notte è oscura e il fiume impetuoso egli tenta il guado, il passare all’altra riva; sa che non è solo che il Dio della promessa non lo abbandonerà. La lotta contro l’uomo che trova sulla riva del fiume di notte è la lotta interiore di ogni uomo contro il male che sta nel cuore umano. È la mia lotta contro il male. Uscire vincitori da questa lotta è ricevere una nuova identità, un nuovo nome. Giacobbe si chiamerà Israele, colui che ha combattuto con Dio e ha vinto. Di fatto questo è il nome del popolo di Dio, tratto dal patriarca che dopo quella notte e quella benedizione cambia il suo nome per divina disposizione: la lotta con Dio entra nel suo nome, cioè nella sostanza della sua personalità credente e della sua storia. Dio invece tace circa il suo nome. La notte della vita si supera con una lotta solitaria che cambia la vita stessa. Ora Giacobbe è pronto per l’incontro con suo fratello Esaù.
Preghiamo
Preghiamo per Jacopo.
Il preludio di una lotta importante al passaggio che ti cambia la vita. Il Signore conosce mille strade per cambiarci la vita e mille incontri e mille lotte solitarie in mille notti. E sempre c’è. Misterioso e in attesa, nel silenzio delle nostre notti e delle nostre vite!
Preghiamo per Jacopo e per chi è molto combattuto nelle scelte personali, delle quali solo Dio conosce la durezza.
Giacobbe è divenuto patriarca di un numeroso popolo : prima di cambiarci la vita ,ci chiama in mille modi così come siamo ,con le nostre notti ,con il nostro limite o peccato …E’ necessario far memoria riconoscente al Signore dei passi che ci fa compiere per divenire suoi figli….Prego per le varie notti umane e per chi fa più fatica a superarle ….e per Jacopo
ho visto Dio faccia a faccia… Giacobbe, ciascuno di noi ha notti e attraversamenti da compiere. Aver visto Dio faccia a faccia nella notte, nella lotte, negli attraversamenti è accorgersi della salvezza in atto. Prego per chi sta attraversando guadi faticosi, notti oscure e non riesce a vedere Dio faccia a faccia.