Oggi, di questi tempi, vorrei sperimentare la forma più profonda e nobile della speranza. Vorrei sperimentare il meglio che la speranza può donare. Forse non è ancora il tempo, forse non è il tempo opportuno o forse sono io che non voglio aprirmi a questa ultima forma profonda e nobile della speranza. Ma quale è tale forma? È la speranza – dono. Questa forma di speranza non è un esercizio di virtù per costruire un mondo nuovo, non è un’arte che si apprende poco alla volta. È cosa ben diversa. È dono appunto, è gratuità, è grazia. Provo a raccontarla così. innanzi tutto non può essere calcolata, prevista, forse l’unica cosa che possiamo fare è preparare un terreno al dono che arriverà inatteso e carico di luce. Arriva così, inaspettato e cambia la vita, se la vita è in grado di accogliere il dono, se vuole accogliere il dono. È come attendere l’amico che non sai quando torna, ma sai che torna. È come attendere la pace non sai quando torna, ma sai che torna e tu fai tutto quello che puoi fare per preparare il suo ritorno. Questa speranza – dono è legata ad un’altra parola: attesa. Attendere il dono, preparare l’arrivo del dono e accogliere il dono che è la speranza di un mondo nuovo tutto questo è la forma più alta e nobile della speranza. Quando mi sembra ti aver esaurito tutte le mie risorse, le mie strategie questa speranza -dono arriva. La guardo, la ammiro e poi mi dico me lo merito questo dono. E siccome mi dico che non me lo merito lo lascio andare per la sua strada e perdo la speranza dono. Eppure credere che una speranza che arriva inaspettata è cosa che mi fa ripartire la vita è pensiero che ho detto tante volte, che ho consigliato agli altri e perché io no? L’inaspettato mi chiede di rilanciare la vita, ma io voglio rilanciare la mia vita? credo di si, e allora accogli il dono, la grazia, la speranza per il mio futuro.