Vorrei ogni giorno una raccolta di orto, una raccolta quotidiana, ma quest’anno non è così. una raccolta quotidiana. E qui mi passano per la mente una serie di immagini legate alla parola sacra. È come una raccolta quotidiana di parole che nutrono la vita, che incoraggiano la vita. Mi viene un episodio di esodo: la famosa manna nel deserto: cadeva ogni giorno dal cielo, ogni giorno il popolo la raccoglieva e diventava cibo. Non poteva essere messa via per il giorno dopo, andava a male. Raccolta per quello che bastava per un giorno e niente di più. Così è della parola sacra, tolta dalla bisaccia la mattina, arriva per quello che basta per un giorno e niente di più. Se è troppa da conservare per il giorno dopo va a male, non nutre la vita. Ogni giorno quanto basta per la vita di un giorno. Ma ci sono altre questioni aperte circa questa raccolta quotidiana di parola sacra. La parola sacra è buon cibo per il cammino quotidiano, ma non va messa via nei magazzini per essere poi venduta, la parola sacra deve rimanere esente da ogni forma di profitto, di merito, di aumento di capitale. È grazia. La parola sacra di cui mi nutro non mi aumenta la forza della vita, non è il mio alimento che mi rafforza il corpo. È puro dono. Non è oggetto di scambio. È solo dono gratuito. La parola sacra raccolta ogni giorno non ha valore di scambio: io ti regalo la parola sacra, tu in cambio mi regali la tua storia. non funziona così, anche se troppe volte l’abbiamo ridotta così, ad uno scambio rituale. Diciamo che è manna che ogni giorno quando la assaporo cambia di gusto, cambia di sapore. A volte è dolce, altre volte amara, a volte mi rimane indifferente al palato, altre volte accende come fuoco il cuore. Ma non è mai merce di scambio e non va conservata per il giorno dopo. Ogni giorno un dono di parola sacra è niente di più.