Rom. 14,10-13
10 Ma tu, perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello? Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio; 11 infatti sta scritto:
«Come è vero che vivo», dice il Signore,
«ogni ginocchio si piegherà davanti a me,
e ogni lingua darà gloria a Dio».
12 Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
13 Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un’occasione di caduta. 14 Io so e sono persuaso nel Signore Gesù che nulla è impuro in se stesso; però se uno pensa che una cosa è impura, per lui è impura.
Commento
È una parola dura questa di Paolo, un’esortazione al bene assoluto, senza giudicare, senza mancare di rispetto verso l’altro. è un’esortazione per la comunità dei cristiani di Roma, ma è un’esortazione che vale per ogni comunità. Ci sono queste due parole: giudichi e disprezzi. Secondo il mio parere sono da riferire sia a coloro che nella comunità hanno un’impostazione rigida che magari si permettono di giudicare o disprezzare gli altri, ma possono anche essere rivolte a tutti coloro che si sentono liberi da tutti i vincoli e che in altro modo disprezzano o giudicano chi invece vive diversamente. Si parla anche di un tribunale di Cristo. Qui Paolo fa il paragone con il seggio del giudice delle gare, che in base a come uno ha gareggiato dava il premio. Seguendo questo esempio Paolo afferma che le opere del cristiano saranno provate al fuoco. E in questa prova verranno trovate degne o meno di trovare grazia e salvezza. Il giudizio di Dio è un giudizio di amore che però non nasconde la verità della vita di ciascuno.
Preghiamo
Preghiamo per chi nella vita oggi fa più fatica
Anche la verità fa parte dell’amore, una fatica maggiore ad amare, perché dire la verità ha un prezzo. Se tendiamo al giudizio o all’accusa, non abbiamo un cuore, purificato dall’amore di Dio. Non sappiamo vedere nell’altra persona un fratello una sorella. Per chi nella vita fa più fatica preghiamo.