Non voglio entrare nel merito della questione legata all’anniversario del 7 ottobre e di tutto quello che è successo in seguito e che continuerà a succedere ancora. Troppo difficile commentare tutte le questioni che hanno determinato questa situazione. Non sono un esperto e quindi mi astengo dal presentare le mie considerazioni riguardo a quanto sta accadendo in quella parte di mondo che è il medio oriente e non solo il medio oriente. Mi interessa invece un’altra questione che in qualche modo riguarda anche noi e che troppe volte sta alla base di troppi disguidi e conflitti. Penso al tema delle polarizzazioni. Si tratta di quel fenomeno per cui alla fine persone o gruppi si polarizzano in posizioni estreme. Da una parte un modo di pensare, dall’altra un altro modo di pensare. Di fatto quando ci sono in ballo queste polarizzazioni non esiste più spazio per le sfumature delle idee e soprattutto per un dialogo costruttivo. In questi giorni, pensando alla situazione in medio oriente ne ho notata una di queste polarizzazioni, che se non è gestita nel modo migliore rischia di contrapporre gruppi e persone mettendoli uno contro l’altro, rischiando di aumentare i conflitti. Vediamo se riesco a scriverla giusta. Si tratta di quella polarizzazione che si esprime così: se parli o manifesti a favore dei palestinesi sottolineando la violenza di un anno di guerra e della sofferenza di migliaia di persone puoi passare per antisemita, se parli a favore di Israele e ne sottolinei l’orrore della strage del 7 ottobre passi per uno che non vede la guerra in atto e non vedi la strage di un popolo intero, quello palestinese. Mi sembra che questa strada non è la strada giusta da percorrere per trovare una via di uscita non solo in medio oriente, ma anche dalle nostre parti. Polarizzare così le posizioni, o da una parte o dall’altra, non aiuta a cercare di comprendere che cosa è effettivamente successo e che cosa sta succedendo. La strada è un’altra, quella del dialogo che elimina le polarizzazioni.
Sono perfettamente d’accordo, ed è un lavoro quello di astenersi dallo stare o da una o dall’ altra parte.
Il gioco del male è sempre quello di dividere e metterci gli uni contro gli altri, anche qui dobbiamo vigilare per non diventare strumenti del male.
Preghiamo per la pace, che non scende su di noi come magia, ma è un duro lavoro di vigilanza sul cuore dell’ uomo.