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di | 5 Ottobre 2024

Quando le priorità che mi sono dato saltano perché l’imprevisto non è più un fatto, una cosa accaduta, ma una persona che porta con se le sue storie a volte faticose, secondo il mio modo di pensare tutto cambia, tutto prende un’altra forma. Secondo me a questo punto non si fa altro che mettere al centro la persona con la sua fatica e il suo dolore. Non sto dicendo che non c’è un tempo per altro che non sia quella persona. Però il cuore e la mente sono come occupate da quella questione. Diventa prioritaria. Faccio due esempi: in casa c’è un malato e si capisce che tutto inizia a ruotare attorno al malato, la priorità diventa lui. in casa ci sono situazioni di figli in fatica, sicuramente tutto inizia a ruotare attorno a loro. Mi sembra che funzioni così nelle nostre famiglie. Certo, si tratta di  organizzare tempo e modi di vita perché il tutto possa in qualche modo procedere nel modo migliore, ma è chiaro che tutto sembra ruotare attorno a quella che è diventata la priorità, il malato, il figlio. Penso sempre che cosa posso fare io di fronte a tutto questo. a volte mi rendo conto che, magari non in maniera diretta, ma anche solo per amicizia e per vicinanza anche io in qualche modo ne sono come coinvolto. E allora che cosa faccio? in genere ragiono così: una vicinanza di ascolto, di interessamento. Una vicinanza, che dove può, diventa anche aiuto concreto. Una vicinanza di preghiera e di attenzione. Magari non saltano tutte le mie priorità, sicuramente cambia un pochino il modo con cui vivo le mie priorità perché magari nella testa e nel cuore metto anche la fatica di tanti che conosco; a me anche solo il compito del ricordarli. Questa è la mia priorità quando vedo la fatica umana di tanti amici e non solo amici, portarli nel cuore per ricordarli al Signore.

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