Priorità sembra una parola magica. Io ho le mie priorità. Ci sono priorità di tutti i tipi e per tutti i gusti. Ne facciamo un buon elenco e poi cerchiamo di capire come attuare queste nostre priorità. Oggi nella chiesa la priorità è questo percorso di vita sinodale, dove tutti possono partecipare, ascoltare e dialogare. Nel mondo mi sembra che la priorità è diventata la guerra. E poi ci sono le priorità di ciascuno, sul lavoro, nella famiglia, nelle nostre parrocchie. Noi qui alla cooperativa programmiamo il lavoro e poi l’imprevisto di tre giorni di pioggia fa saltare il tutto e si inventano cose nuove e si procede un po’ a vista. Tante priorità insomma. Poi le priorità cozzano contro la realtà quotidiana che è fatta di imprevisti, che è fatta di non priorità. E allora una strategia per il mondo che prevede guerre limitate sfugge di mano e diventa grazie ai suoi imprevisti una guerra totale. La sinodalità della chiesa che chiede la partecipazione e l’ascolto dal basso per i suoi imprevisti diventa altra cosa che richiede anche di decidere senza la possibilità di un vero ascolto. E pensiamo agli imprevisti quotidiani che fanno saltare tutti i nostri programmi. Ho scritto questo perché di questi tempi ritengo importante avere delle priorità, ma ritengo altrettanto importante saper affrontare l’imprevisto quotidiano. Le priorità e gli imprevisti più difficili da gestire non sono quelli con le cose e i fatti, ma quelli che implicano la relazione con l’altro. ma di questo ne parleremo.