La casa rimane aperta, la gente va e viene e allora io rimango come sulla soglia e attendo e saluto e ascolto. Se devo essere sincero ogni tanto voglio tenere per me, voglio fare in modo che qualcuno si fermi. Oggi questa sensazione è forte e non mi rimane che trasformare in preghiera il dono di una casa aperta, del mio stare sulla soglia, del salutare e ascoltare. Vi garantisco che è complessa questa postura, perché in fin dei conti non pretendo niente, ma nemmeno di stare su una soglia. È chiaro che l’immagine della soglia è simbolica, è la soglia della vita, del cuore, dell’attesa e della frequentazione di persone. è quella soglia che mi fa credere che posso credere che un dono di vita, donato è un dono e basta e non c’è altro. proprio perché faccio fatica a rimanere in questa soglia simbolica il dono si fa preghiera. Concedimi di non chiudere mai la porta di casa quando sono in casa, concedimi di non chiudere mai la porta del mio cuore per chi passa da queste parti e da ogni parte dove mi trovo. Concedimi di trovare sempre parole buone per un saluto, parole che stanno sulla soglia e che non vogliono invadere. Lo so che oggi mi è più facile un invasione di campo che lo stare sulla soglia. Lo so che se ne andranno alla fine tutti alla loro casa e che rimarrò sulla soglia a salutare ma tu mio Signore rimani con me e che gli amici possano portarmi nel cuore, come io porto loro, rimanendo sulla soglia. Un dono pregato è anticipazione del dono donato, ma un dono pregato è anche ringraziamento per un dono donato. Se il dono non è anticipato dalla preghiera non è purezza di dono e se non è ringraziato è dono che rimane con quell’amarezza che dice mi sono sacrificato per te ed ora te ne vai? Il dono pregato fa diventare dono di vita ogni gesto che faccio. So che sono ben lontano da questo e allora ogni giorno cerco un dono che è prima e dopo pregato.