Nonostante il male, nonostante tutta la sofferenza che vediamo, nonostante tutto quello che devasta il mondo, possiamo in qualche modo sperare nella logica del dono? C’è ancora spazio per il dono, per una vita che si fa dono fino a dare la vita? ci sono dei segnali che lasciano come acceso una luce di vita? dentro il male devastante ci può essere spazio per un bene che offre speranza e misericordia? Se questa è la domanda mi sembra troppo scontata la risposta si c’è ancora spazio per il bene. E da questa affermazione noi tiriamo giù tutta una serie di frasi che sanno un po’ di buon predicatore che deve semplicemente dichiarare che la speranza c’è ancora, che il bene si diffonde e alla fine vincerà e trionferà. A me sinceramente questa questione del bene che si diffonde e alla fine trionfa non mi convince molto. Attenzione mi convince l’idea che il bene c’è ancora, anzi ne sono proprio convinto, ma è la retorica del bene che non mi piace. Ho visto tante persone ad incontro di famiglie. Un’esperienza di bene fantastico, quella di famiglia aperta, un esperienza che dura da 30 anni e non si stanca mai di camminare. Ma in giornata ho incontrato anche il dolore di chi non vede il bene, non riesce più ad intravedere una luce di bene. E così anche in quelle famiglie che accolgono, quante storie di fatica, di dolore e di sofferenza. Non credo nella predicazione del bene, credo nel bene che si corpo dentro la sofferenza umana. Non credo nella logica del dono come alla logica del siamo bravi perché facciamo il bene. Credo nel dono come a una dimensione costituiva della vita umana che agisce per creare vita e fraternità. Il resto mi sembrano solo buone parole e buone intenzioni. Forse ho bisogno di vedere il bene e il dono, vederlo tradotto nella vita quotidiana e quando lo vedo ne sono molto contento