dono

Fino a che punto. Mi hanno insegnato che la vita è dono. È una lezione che ho appreso fin da piccolo. E mano a mano che crescevo entravo sempre più in questa convinzione. La vita è dono. Declinata in altro modo: la vita è servizio. E alla fine questa questione è entrata nel mio dna. Sembra che non ne possa fare a meno. Lo trovata scritta nei vangeli: il primo è l’ultimo e colui che serve e Gesù che si abbassa per lavare i piedi ai suoi amici. Forse la volta che più di tutte ho amato questo gesto è quando in una celebrazione ho lavato i piedi a due ragazze che si univano civilmente e mi sono detto: viso che non celebro l’eucarestia cosa posso fare per loro come segno della mia vicinanza  e della vicinanza della chiesa? Mi sono chinato e ho lavato i piedi a loro due. Ci sono, mi chino su di voi e vi benedico lavandovi i piedi. Lo ricordo come un bellissimo e significativo gesto. Ma quel gesto so che va ripetuto giorno dopo giorno. quante le persone su cui vorrei abbassarmi e lavare i piedi! Questo perché non so fare molto di più di questo: donare quello che posso, quello che sono, servire e donare. Non so fare altro. ma oggi una domanda mi prende; dopo anni che sento che questa è la mia vita, una domanda mi prende: fino a che punto donare? Rileggo il vangelo e il punto a cui è arrivato il Signore Gesù è il dono totale di sé. Io discepolo indegno riuscirò a seguire il Signore Gesù sulla via che sale a Gerusalemme e che è dono totale e pieno? Non è un sacrificio, ma un dono mi piace di più così. ma ci riuscirò?