luce

di | 1 Settembre 2024

Faccio il mio giro nell’orto. bagno le piantine appena messa nella terra. Mi accorgo che la maggior parte di loro sono state mangiate, un germoglio fresco e buono. Io dico che sono stati i caprioli, qualcun altro dice che sono stati gli uccelli del cielo. Don Bracchi nella sua filosofia del quotidiano avrebbe sentenziato: forse chi ha mangiato le piantine ne aveva bisogno. Ma non è questa la cosa che più mi ha colpito del mio orto. mi come colpito che la luce che arriva da quel pezzo di terra rischia di spegnersi. Per fare in modo che nell’orto ci possa essere la luce giusta è necessario un’alchimia di mille cose diverse che devono stare tutte insieme. La luce, e l’ombra, il sole e la luna, l’acqua e l’arsura, ma soprattutto la cura e l’attenzione. Mi sembra che in questo anno tutto si è come mescolato in una forma di esagerazione: troppa acqua o troppo sole, troppo freddo o troppo caldo. Ma soprattutto mai nel modo più equilibrato possibile. Ed anche la cura è andata a periodi, a volte bene altre volte poca. Insomma tutto questo ha fatto in modo che la luce dell’orto rischia di perdersi, non voglio dire che si spegnerà, ma che rischia si.  Un mio amico mi ha detto che la luce dei miei occhi si è po’ spenta.  Lui dice che sono stanco. Può essere vero, ma anche qui, per tenere accesa la luce dei miei occhi serve come un alchimia di mille cose. Devo capire che cosa sono queste mille cose.

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