A volte cerco di essere attento a costruire relazioni buone, ma non sempre ci riesco. Mi sembra sempre tutto troppo complicato, esagerato, mi sembra di non farcela. E’ come quando faccio l’orto: mi sembra sempre tutto troppo grande, troppo impegnativo, troppo complesso per le forze che abbiamo. Troppo appunto e allora ad un certo punto dico basta, più di così non ce la faccio. Mi fermo. Quando c’è di mezzo una relazione e ci si rende conto che sei chiamato ad essere accanto all’altro che si trova in difficoltà la domanda che mi faccio è fino a che punto. La questione non è solo quella del troppo tempo, ma di come posso io essere di aiuto. Per me non è una questione di tempo, una questione di fatica anche fisica a reggere una relazione di aiuto. Io in questo caso non conto il tempo perché il tempo dedicato non è mai troppo. Quando si è accanto ad un malato, ad un figlio, ad una persona che è in difficoltà, io di solito non misuro il tempo. Mi sembra che fino a quando ne ho le forze io ci dedico tempo e energie. Non è mai troppo il tempo dedicato all’altro. l’amore per l’altro non si misura a tempo, con il cronometro in mano. Mi sembra invece che dobbiamo mettere in campo un’altra qualità e qui il bisogna stare attenti al troppo, al non esagerare. Chiamo questa qualità della relazione umana con il termine prudenza, della chiarezza di intenti, della libertà che non seduce e al contrario lascia liberi. Perché qui è facile esagerare, diventare coloro che pensano di potere tutto, di sapere tutto, di fare tutto. Il senso del limite nella relazione di aiuto non sta nel troppo tempo, ma nella troppa presunzione di sapere tutto. Non mi ritiro perché è troppo il tempo dedicato, ma perché è troppa la mancanza di prudenza che mi fa dire io posso fare e dire tutto.
Grazie di questo consiglio, la prudenza è una virtù che va acquisita negli anni e nell’esperienza. Ma io sono un vulcano e nella relazione mi viene spontaneo dare il massimo, non so se esagero, ma grazie che mo aiuti a riflettere. Però in un mondo pieno di individualismo di indifferenza e poco carico di empatia per gli altri. Preferisco esagerare , certo con rispetto, però so che per un amico ci sono.
Se devo calcolare sempre quanto devo dare, non sto dando con il cuore, sto calcolando. Quale è il metro di misura nel donarsi? Solo la prudenza?Grazie Alessandro ci metti sempre in discussione…