giovedì 8 agosto

di | 7 Agosto 2024

Rom. 2,1-11

1 Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. 2 Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose. 3 Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? 4 O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? 5 Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, 6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; 8 sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia. 9 Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; 10 gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, 11 perché presso Dio non c’è parzialità.

Commento

Siamo al secondo capitolo della lettera di Paolo ai Romani. Dopo aver dichiarato che il popolo dei pagani ha servito gli idoli e non il vero Dio, ora fa la stessa cosa con i giudei, suoi confratelli. La tecnica che usa non è quella di citarli direttamente ma di dichiarare che esiste un uomo, chiunque tu sia che non è meno condannabile dei pagani. In questa tecnica letteraria di scrittura alla fine emerge che questo uomo non è meglio degli altri per due motivi. Il primo perché si permette di giudicare tutti gli altri pensando di essere nel giusto. Il secondo motivo è che tale uomo che giudica gli altri commette gli stessi errori degli altri e quindi come minimo deve tacere, riconoscere il proprio errore e non giudicare gli altri. Alla fine emerge chiaro che l’uomo che giudica l’altro pensando di essere nel giusto è il popolo dei giudei che, pensando di avere la legge di Mosè, è giustificato in tutto. Questo discorso può essere applicato a tutti noi credenti, quando, pensando di avere il vangelo, i sacramenti e tutto il resto pensiamo di essere nel giusto e di poter giudicare gli altri. In realtà chi si pone in questa posizione non fa altro che dire che lui è nel giusto e tutti gli altri sono nell’errore. Sono tutti coloro che pensano di essere nel giusto e di condannare gli altri, questi sono tutti coloro che hanno un cuore duro.

Preghiamo

Preghiamo per gli ammalati.

2 pensieri su “giovedì 8 agosto

  1. Elena

    Concordo…
    Siamo così facilmente giudici e duri di cuore con gli altri! Dov’è in noi la misericordia e il riconoscerci così simili fra noi nei nostri sentimenti più profondi e veri, nel bene come nel male?
    Preghiamo per le intenzioni custodite in cuore e per chi è ammalato.

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  2. sr Alida Pirola

    Molto facile giudicare e dire quella persona è così, questo è attaccare etichette. Invece che pensare: in questo momento ha sbagliato. Dicendo “è così”squalifichiamo e non diamo possibilità di cambiare. Mi unisco alla preghiera per tutti gli ammalati.

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