Ricordo che per un amico prete tanti anni fa per una sua occasione speciale avevo usato questa immagine. Il prete frequenta tre luoghi. La chiesa dove impara dal Signore Gesù la forza di essere suo discepolo e depone tutte le sue miserie per chiedere la misericordia di Dio. Il secondo luogo che frequenta è la strada perché e il luogo dell’incontro con la gente, perché il prete è profondamente intriso di popolo di Dio. Vive con il popolo di Dio. Ma c’è un terzo luogo che il prete frequenta, è il sagrato della chiesa che è la via di mezzo tra la chiesa e la strada. È il luogo per lui più congeniale perché fa comprendere e comprende lui stesso che il prete è colui che sta li in mezzo tra la sua gente e il suo Dio. Il tempo del prete non è giocato tutto nella chiesa per celebrare, ma non è nemmeno giocato tutto nella strada perché non è solo l’uomo della gente e il sagrato mi sembrava e mi sembra ancora oggi la miglior immagine di questo uomo che sta li in mezzo tra Dio e l’uomo. Io ho continuato a pensarmi così sul sagrato di una chiesa per imparare da Dio e incontrare l’uomo. Visto che il mio amico prete non lo vedo quasi più non so se lui continua a stare sul sagrato della sua chiesa. Tutta questa strana riflessione mi è tornata alla mente dopo aver letto alcune righe di Simone Weil ì, sì sempre lei, andrebbe letta e commentata tutta. Ma qui ci vuole un esperto. Ed io non lo sono e prendo solo alcuni sprazzi qua e la. Ed eccolo il pensiero che riscrivo in questo modo. Simone Wiel rimane sul sagrato, in attesa di Dio, immobile impaziente, portandosi per sempre nel cuore la passione di Cristo e tutte le cose e le persone buone che la chiesa non sempre riconosce. Lei sarà la testimone di tutta quella parte di umanità che la chiesa non sempre riconosce: i poveri, gli umiliati, i non credenti. Lei se ne sta lì sul sagrato simbolico del mondo e dialoga e difende tutta quella parte di umanità che nessuno difende. Come vorrei avere la forza di rimanere sempre su quel sagrato simbolico che è il mondo per dialogare con tutti coloro che nessuno difende.
Nella mia chiesa nel sagrato del mondo i sacerdoti sono degli esseri umani non importa se sono maschio, femmina o qualcosa d’altro per dialogare con il Signore basta solo l’umanità che hai dentro