Una persona oggi mi ha chiesto quante lingue conosco. Ho sorriso. Riesco a malapena a mettere insieme un buon italiano…. Ma questa domanda mi ha fatto pensare al tema che sto proponendo, quello della preghiera. Esiste una lingua, un linguaggio della preghiera? Esiste un modo per dire che la preghiera ha uno suo linguaggio. Io ne avevo imparato uno dai miei genitori e poi l’ho abbandonato. Mi rendo conto che ad ogni passaggio importante della mia vita mi sono reinventato un modo di pregare. È come se la preghiera necessita di conoscere tante lingue. Soprattutto mi rendo conto che sono i tempi della crisi e della fatica che richiedono di imparare un nuovo linguaggio della preghiera. La preghiera si reimpara continuamente. Se penso di aver trovato il modo perfetto di pregare, il linguaggio che ritengo per sempre allora sono come fuori strada. Dopo una prova della vita che ha messo a dura prova anche la nostra fede, allora è come se devo trovare un nuovo linguaggio per pregare, per ridestare la fede smarrita. Non è che devo fare dei corsi particolari per conoscere i linguaggi della preghiera. Non c’è una scuola di preghiera che insegna le parole e i modi con cui pregare. Forse il punto di partenza per sperimentare nuovi linguaggi nella preghiera è quello di tornare a sperimentare che Dio è colui che salva, che guarisce, è colui al quale posso tornare dopo il tempo della fatica. Ma ogni volta che riconosco Dio come liberatore è come se lo riconosco in maniera sempre nuova e allora per entrare in questa novità servono parole e gesti nuovi. Nella riscoperta di un Dio liberatore e salvatore non ci può essere sempre lo stesso identico linguaggio. La parola sacra mi aiuta in questo senso. Quando il popolo era schiavo in Egitto la parola, il linguaggio della preghiera era quello del grido, dell’invocazione. Ecco cosa dice la parola sacra: Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento. Il linguaggio, la parola era quella del grido, dell’invocazione. Ma quando il popolo attraversa il mar Rosso e Dio lo libera dalla schiavitù egiziana, il linguaggio della preghiera si fa canto e lode, quasi un’altra lingua. Eccolo ancora il testo del libro dell’Esodo. «Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere. Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. Quale è il mio attuale linguaggio nella preghiera? È quello dell’invocazione.
Grazie