Mc. 11,20-26
18 L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. 19 Quando venne la sera uscirono dalla città. 20 La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. 21 Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: «Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato». 22 Gesù allora disse loro: «Abbiate fede in Dio! 23 In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. 24 Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. 25 Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati». 26
Commento
Il commento alla questione del fico è legato strettamente alla cacciata dei mercanti del tempio. Una fede che diventa mercanteggiare con Dio diventa sempre più arida. Il fico diventa il simbolo di una fede che inaridisce perché non è più fede pura, non è più fede che nella preghiera si affida a Dio Padre. Nel tempio che mercanteggia c’è un apparenza della fede, non c’è la maturità della fede. Questo è importante sottolinearlo. I mercanti del tempio non possono pensare che siccome il culto prevede delle offerte allora è lecito convincersi che Dio lo si possa comprare in qualche maniera. Ciò che Gesù sta colpendo è una mentalità e non un povero albero o dei malcapitati mercanti. Anche noi dobbiamo ragionare in maniera diversa. Anche noi dobbiamo fare in modo di comprendere che la vera fede è quella che nasce dall’invocazione e dalla preghiera a Dio non per chiedere qualcosa in cambio dei nostri impegni, ma semplicemente come atto di fede. Dobbiamo invece pregare per chiedere il dono della fede che si affida. Interessante come Gesù colleghi questa questione della fede con un’ altra questione fondamentale per la nostra fede: quella del perdono.
Preghiamo
Preghiamo per la chiesa
La fede matura non fa della preghiera un oggetto di scambio.
La fede ha bisogno di abbandono in un Dio che non abbandona mai, neanche nei momenti peggiori. Un Dio che ci restituisce vita. Sa Lui come, attraverso quali esperienze, quali canali o persone. Forse la preghiera è tanto ascolto della vita stessa. È vivere questa nostra vita con fiducia e capacità di perdono e misericordia, verso noi stessi e verso gli altri…
Affidarsi a Dio, non tanto solo con preghiere, ma con il cuore pregare con il cuore, nella gratitudine nella pazienza, non nel mercato delle cose esteriore, ma di ciò che non passa. Con atti di fede e gesti piccoli di premure e di amore. A volte mi ritrovo l’aridita’ anche nel pregare e mi sembra che la mia preghiera non abbia voce. Di cuore prego per la Chiesa e per Papa Francesco.