Oggi, in queste brevi e pur sempre incomplete righe, applico la parola agape- amore di donazione al mondo del lavoro, non oso spingermi oltre dichiarando che applico agape al mondo dell’economia, ma si può ragionare anche su questo. Un mio amico quando parliamo di queste cose fa sempre due operazioni: la prima è quella di quantificare: quanto vale, quanto ci guadagno. La seconda operazione consiste nel distinguere bene il tempo del lavoro che è quantificato in quanto vale e il tempo del volontariato che è quantificato in quanto tempo metto a disposizione per l’altro. le due cose sono ben distinte: il tempo del lavoro è una cosa e il tempo del volontariato è un’altra cosa. Vivono di due mondi diversi, di due tempi diversi e di due motivazioni completamente diverse. Il mio amico ha ragione a ragionar così. il mio amico fa un ragionamento razionale, preciso, chiaro e lucido. Anche io mi ritrovo a muovermi continuamente questi due tempi. Quello che non mi convince è un’altra cosa. Di fatto noi dichiariamo che la gratuità, il dono, il gratis, la filantropia, l’amore per l’uomo sono una cosa e il profitto sono un’altra cosa. Questo non mi convince e questo produce il disastro dell’immensa povertà e dell’immensa ingiustizia di questi tempi. Può esistere un lavoro che è segno della grazia, del dono e della gratuità? Non nel senso che si lavora gratis, il lavoro per senso di giustizia deve essere retribuito nella maniera giusta. si possono creare le condizioni, per esempio, in un ambiente di lavoro dove l’agape, la gratuità, il dono sono alla base del profitto finale? O il posto di lavoro non può conoscere questa vicinanza di amicizia, di donazione. Può la gratuità, non il gratis, diventare la cifra con cui misurare l’esperienza del lavoro. Io non sono mai stato in una fabbrica, in un ufficio, sono stato nella scuola, ed oggi vivo un’esperienza di lavoro fuori da ogni logica del profitto. E allora mi chiedo, e lo chiedo a chi lavora, se si possono creare le condizioni di un lavoro umano, umanizzante, che conosce il nome di agape. Non sono ingenuo da pensare che non serve il profitto, ma può esistere sul lavoro un profitto dal volto umano e non solo predatore di un guadagno?