Ez. 40,1-37
1 L’anno venticinquesimo della nostra deportazione, al principio dell’anno, il decimo giorno del mese, quattordici anni dopo la presa della città, in quello stesso giorno, la mano del SIGNORE fu sopra di me, ed egli mi trasportò nel paese d’Israele. 2 In una visione divina mi trasportò là e mi posò sopra un monte altissimo sul quale stava, dal lato di mezzogiorno, come la costruzione d’una città. 3 Egli mi condusse là, ed ecco che c’era un uomo il cui aspetto era come l’aspetto del bronzo; aveva in mano una corda di lino e una canna per misurare; egli stava in piedi sulla porta. 4 Quell’uomo mi disse: «Figlio d’uomo, apri gli occhi e guarda, porgi l’orecchio e ascolta, sta’ attento a tutte le cose che io ti mostrerò; poiché tu sei stato condotto qua perché io te le mostri. Riferisci alla casa d’Israele tutto quello che vedrai». 5 Ed ecco, un muro esterno circondava la casa tutt’intorno. L’uomo aveva in mano una canna per misurare, lunga sei cubiti, di un cubito e un palmo ciascuno. Egli misurò la larghezza del muro; era una canna; l’altezza era una canna.
6 Poi venne alla porta che guardava verso oriente, ne salì la gradinata, e misurò la soglia della porta, che era della larghezza di una canna: questa prima soglia aveva la larghezza di una canna. 7 Ogni camera misurava una canna di lunghezza e una canna di larghezza. Tra le camere c’era uno spazio di cinque cubiti. La soglia della porta verso il vestibolo della porta, dal lato della casa, era di una canna. 8 Misurò il vestibolo della porta dal lato della casa; era una canna. 9 Misurò il vestibolo della porta; era otto cubiti; i suoi pilastri erano due cubiti. Il vestibolo della porta era dal lato della casa. 10 Le camere della porta orientale erano tre da un lato e tre dall’altro; tutte e tre avevano la stessa misura; i pilastri, da ogni lato, avevano pure la stessa misura. 11 Misurò la larghezza dell’apertura della porta; era dieci cubiti; la lunghezza della porta era tredici cubiti. 12 Davanti alle camere c’era una chiusura d’un cubito da un lato e una chiusura d’un cubito dall’altro; ogni camera aveva sei cubiti da un lato e sei dall’altro. 13 Misurò la porta dal tetto d’una delle camere al tetto dell’altra; c’era una larghezza di venticinque cubiti, da porta a porta. 14 Contò sessanta cubiti per i pilastri, e dopo i pilastri veniva il cortile tutto intorno alle porte. 15 Lo spazio fra la porta d’ingresso e il vestibolo della porta interna era di cinquanta cubiti. 16 C’erano delle finestre, con delle grate, alle camere e ai loro pilastri, verso l’interno della porta, tutt’intorno; lo stesso agli archi; così c’erano delle finestre tutt’intorno, verso l’interno; sopra i pilastri c’erano delle palme. 17 Poi mi condusse nel cortile esterno, ed ecco c’erano delle camere e un lastrico tutt’intorno al cortile: trenta camere davano su quel lastrico. 18 Il lastrico era di fianco alle porte e corrispondeva alla lunghezza delle porte; era il lastrico inferiore. 19 Poi misurò la larghezza, dal davanti della porta inferiore sino alla cinta del cortile interno: cento cubiti a oriente e a settentrione. 20 Misurò la lunghezza e la larghezza della porta settentrionale del cortile esterno; 21 le sue camere erano tre di qua e tre di là; i suoi pilastri e i suoi archi avevano la stessa misura della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque di larghezza. 22 Le sue finestre, i suoi archi, le sue palme avevano la stessa misura della porta orientale; vi si saliva per sette gradini, davanti ai quali stavano i suoi archi. 23 Una porta dava sul cortile interno, di fronte alla porta settentrionale; era come quella orientale; ed egli misurò da porta a porta: cento cubiti.24 Poi mi condusse verso mezzogiorno, ed ecco una porta che guardava a mezzogiorno; egli ne misurò i pilastri e gli archi, che avevano le stesse dimensioni. 25 Questa porta e i suoi archi avevano delle finestre tutto intorno, come le altre finestre: cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. 26 Vi si saliva per sette gradini, davanti ai quali stavano gli archi; essa aveva le sue palme, una di qua, una di là, sopra i suoi pilastri. 27 Il cortile interno aveva una porta dal lato di mezzogiorno; ed egli misurò da porta a porta, in direzione di mezzogiorno, cento cubiti. 28 Poi mi condusse nel cortile interno per la porta di mezzogiorno, e misurò la porta di mezzogiorno, che aveva quelle stesse dimensioni. 29 Le sue camere, i suoi pilastri e i suoi archi avevano le stesse dimensioni. Questa porta e i suoi archi avevano delle finestre tutto intorno; aveva cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque di larghezza. 30 C’erano tutto intorno archi di venticinque cubiti di lunghezza e di cinque cubiti di larghezza. 31 Gli archi della porta erano dal lato del cortile esterno, c’erano delle palme sui suoi pilastri e vi si saliva per otto gradini. 32 Poi mi condusse nel cortile interno per la porta orientale e misurò la porta; essa aveva le stesse dimensioni. 33 Le sue camere, i suoi pilastri e i suoi archi avevano quelle stesse dimensioni. Questa porta e i suoi archi avevano tutto intorno delle finestre; misurava cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. 34 Gli archi della porta erano dal lato del cortile esterno, c’erano delle palme sui suoi pilastri di qua e di là e vi si saliva per otto gradini. 35 Poi mi condusse alla porta settentrionale; la misurò e aveva le solite dimensioni; 36 così per le sue camere, per i suoi pilastri e per i suoi archi; c’erano delle finestre tutto intorno; misurava cinquanta cubiti di lunghezza e venticinque cubiti di larghezza. 37 I pilastri della porta erano dal lato del cortile esterno, c’erano delle palme sui suoi pilastri di qua e di là, e vi si saliva per otto gradini.
Commento
Inizia un lungo racconto che descrive il nuovo tempio sorto dopo l’esilio e dopo il ritorno a Gerusalemme. I profeti hanno un’idea ben diversa dell’uso e delle funzioni del tempio rispetto ai sacerdoti che vivono della sacralità del tempio e dei suoi riti. A volte noi ci raduniamo attorno all’altare che sta nei nostri templi e ci dimentichiamo delle croci umane che stanno fuori del tempio. A volte il tempio con i suoi riti e le sue liturgie ci fanno dimenticare le parole e gli sguardi dei poveri, e ci fanno dimenticare le relazioni amicali. Il profeta anche quando pensa al tempio ha in mente una cosa ben diversa. Forse il profeta rende profano il il sacro e rende sacro quello che è in apparenza è sacro. Quindi anche il nuovo tempio di Gerusalemme costruito dopo l’esilio deve rispondere a queste nuove caratteristiche: deve rispondere nelle sue misure e nei suoi riti ad una religione che mette al centro l’umanità e la sacralità dell’uomo e della vita e che deve raggiungere tutti gli angoli del creato, e deve dare la posibilità a tutti gli uomini e donne di ogni angolo di accedere al tempio grazie alle sue porte. Il tempio pensato da Ezechiele è tempio dell’ uomo risorto, mistico, è immagine della nuova Gerusalemme “celeste”. Tutta le descrizione che vedremo in questi capitoli ci mostrano il tempio pensato dal profeta a servizio dell’umanità.
Preghiamo
Preghiamo per tutte le donne.
Questa descrizione mi ricorda che templi, le chiese ci vogliono, purché si adori Dio in Spirito e verità anche nel luogo, preghiamo per le donne e per chi non le tratta come dovrebbe.
I templi, luoghi di incontro per la preghiera. Personalmente, pur ammirando la magnificenza di molte chiese e templi, preferisco i piccoli, intimi luoghi nell’incontro con Dio. Riconosco il desiderio umano di onorare Dio in tutta la Sua grandezza e di farlo in comunità, ma penso che troppo spesso il profano superi il sacro. Ricordo il Calvario di Copacabana, sul Lago Titicaca in Bolivia. Un luogo ritenuto sacro, difficoltoso da salirci, a causa dell’altura, segnato dalle stazioni della Via Crucis. Una volta arrivati in cima, il mercato….c’era di tutto, dalla vendita di cibo a quella di candele ed immaginette e ricordini per turisti. La sacralità del luogo in pasto ai mercanti… Lì Dio se n’era andato da un pezzo.
Di fronte, un altro monte, un po’ più piccolo, un antico luogo di preghiera Incas. Sono salita anche su quello. Silenzio, pace, solitudine. Nessun segno di umane attività.Lì ho incontrato Dio. Quello è stato il luogo sacro dell’incontro…
Preghiamo per tutte le donne, per le nostre identità e dignità non ancora riconosciute e rispettate.