Sono giorni anche di passaggio; non solo di feste di varia natura, dal Natale alla fine dell’anno, fino al nuovo anno, il 2024. Ci sono anche altri passaggi significativi. Il 21 dicembre segna il solstizio d’inverno, l’inizio dell’inverno, è il giorno con meno ore di luce. Da questo 21 dicembre inizia la risalita della luce. Inizialmente pochi minuti al giorno, poi con più decisione si va verso quello che noi chiamiamo: si allungano le giornate. Questo è un altro passaggio. Poi ci sono i passaggi delle consegne da un anno all’altro. Prendiamo un’eredità dall’anno precedente e la portiamo nell’anno nuovo. Un’eredità fatta non tanto di cose, ma di pensiero e di futuro. Quest’anno mi porto o ci portiamo un’eredità dal vecchio anno al nuovo anno che è fatta di un inverno troppo mite, senza neve. E a me sinceramente non interessa molto se non c’è neve per chi vuole sciare, interessa che quest’estate non ci sarà acqua per il mio e per i nostri orti. Ci portiamo dal vecchio al nuovo anno un’eredità di guerra senza precedenti. E sembra che le premesse per il nuovo anno circa la guerra non è che sono meglio rispetto all’anno che sta per finire. Non voglio continuare su questo genere di passaggio, so che la lista di passaggi così complessi e negativi è infinita. Mi fermo qua, non ne vale la pena fare elenchi di questo tipo. Mandano in depressione. Dico solo questo: il 21 dicembre è il giorno con meno luce dell’anno, poi le giornate si allungano. Vorrei soffermarmi nei prossimi giorni su questa luce che allunga le nostre giornate e che ci fa sperare per il futuro. Speriamo di trovare spiragli di luce che allungano non tanto le nostre giornate, quanto la nostra speranza.
Speranza che é tanto simile ad una pazienza che sembra persa nel groviglio delle infinite possibilità….ritrovare l’alternanza delle stagioni, nell’ attesa dei frutti che verranno, era insita nella vita dei contadini che scandiva le giornate, la quotidianità e le feste…per riprendere i ritmi antichi e ritrovare la speranza occorre essere presenti e attenti, sporcarsi le mani nell’orto ma anche solo nella vita di chi ci sta accanto. Senza questa attitudine all’attesa e all’imprevisto il futuro diventa incerto, ricco di possibilità che non riusciamo a cogliere appieno.
É difficile lasciarsi andare e accettare di togliere l’armatura e camminare nel futuro senza paura, senza fretta, accettando anche dolore e sconfitta come parte del grande disegno in serbo per noi, e soprattutto é difficile accettare l’altro con le sue fragilità e debolezze, e lasciarlo camminare vicino a noi.
Abbracciare il futuro con speranza… Ho letto nella nostra casa di spiritualità Villa Plinia…. Prende risonanza in me… Vuol dire pazienza sguardo verso l’Alto… Positività… Tenerezza, misericordia , benevolenza, ma facile lasciarsi prendere da ciò che non è tutto questo, la speranza invece dovrebbe prevalere su tutto. Che il Signore ci aiuti a sperare fortemente.