Leggo da qualche parte che non ricordo bene dove che solo meritevoli e capaci possono accedere a studi di alto livello e a lavori di dirigenza. E i non meritevoli e i non capaci? Che cosa ne facciamo? Li mettiamo in un angolo in attesa di.. magari di un piccolo lavoro a tempo determinato? È su questa logica che stiamo costruendo il nostro futuro ed è ben chiaro che in questo modo non potremo mai dare un futuro a tanti giovani che magari non sono così meritevoli e così capaci. Che cosa ne facciamo di tutti quei giovani che non riescono ad entrare nella categoria del merito e della capacità? leggo ancora che don Milani, che qualcuno ultimamente è riuscito a trasformare nella persona che nella sua scuola di Barbiana voleva merito e capacità, denunciava la strage dei poveri operata dalla scuola e io aggiungo operata dalla società del merito e delle capacità. e aggiungeva: Non bocciare; A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno; Agli svogliati basta dargli uno scopo. Come possono i giovani di oggi essere messi in grado di realizzarsi se un affitto per una camera per studiare diventa improponibile, se uno che fa ricerca è sotto pagato e via dicendo. La scuola non deve inventare criteri per selezionare capaci e meritevoli, ma inventare occasioni per dare a tutti quelle possibilità di realizzazione personale, dare a tutti la possibilità per crescere e vivere in una società dove,grazie alla convivenza civile, è permesso a tutti di provare a vivere le proprie aspirazioni. E così anche nel lavoro: non cercare il meritevole e il capace, ma consegnare a tutti buone possibilità di lavoro. Poi qualcuno diventerà anche dirigente, qualcuno resterà operaio, ma questo non è il problema; il problema è quando si guarda solo al dirigente e ci si dimentica dell’operaio. Meritevole e capace, oppure aiutare tutti a trovare la propria via di eccellenza, qualsiasi essa sia.
Grazie delle tue parole che condivido appieno.