Matteo 26, 26-30
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”. 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio”. Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Commento
Forse questo è uno dei gesti più impegnativi che Gesù ha compiuto, forse è più impegnativo della sua stessa morte in croce; di fatto la croce è la conseguenza pratica della scelta di Gesù di donare la vita per tutta l’umanità. È un corpo spezzato e donato quello che offre Gesù ai suoi amici in quell’ultima cena pasquale; è un sangue, una vita versata quella di Gesù. Questo è il senso pieno dell’eucarestia, corpo spezzato e donato, vita versata per tutti. Ogni volta che ci accostiamo all’eucarestia non facciamo altro che condividere un dono che è vita e corpo spezzato per altri. Così si vive l’eucarestia: un rito che è memoria di quella cena di Gesù, ma che si riattualizza nella maniera in cui noi credenti viviamo e pratichiamo questo rito. Se non è vissuto e praticato esso rimane vuoto, senza senso e significato. Dopo questo gesto Gesù esce verso il monte degli ulivi con i suoi amici. Il rito pasquale si fa attualità, si fa vita vissuta nella passione di Gesù
Preghiamo
Preghiamo per tutti coloro che muoiono per la violenza della guerra.
Chiedo più consapevolezza del mistero che celebriamo nella messa ogni giorno, è dono di cui tanti non possono farne memoria e ricevere, vita spezzata e versata per tutti, che possa raggiungere anche chi non crede più. Per tutti i morti per la guerra preghiamo.
Farsi dono, penso che questo comandamento implicito possa essere vissuto in pienezza da ogni cristiano di buona volontà. Ogni giorno, nelle piccole cose, in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni tra vicini, tra amici, tra persone di una comunità conosciuta o verso chi è straniero. Farsi dono ed essere un po’ più vicini tra noi e al Signore che ci ha chiesto di essere in comunione con Lui, proprio attraverso il Suo diventare dono, per tutti.
Ti chiedo il coraggio di essere cristiana credibile per accedere all’Eucaristia con questo spirito di condivisione.