Libertà o liberazione
Dove voglio arrivare con queste riflessioni sul messia? Lo so bene che il messia non è il profeta e che il profeta è colui che annuncia e prepara la via al messia. Conosco queste distinzioni, ma so bene anche un’altra cosa. Che a volte il profeta pretende di essere il messia, cioè pretende di uscire dal suo ruolo di colui che prepara la via e annuncia il messia. Quando succede questa cosa? Quando si confonde la libertà con l’autoliberazione. Il profeta, il potere, l’uomo e la donna si dichiarano auto salvatori del popolo e del mondo. è come avere la pretesa di salvarci da soli, grazie solo alle nostre forze. Mi auto-salvo. Sembra invece che la parola sacra custodisce al suo interno l’idea che serve sempre una liberazione, un liberatore che viene dall’esterno. Ci vuole la mano di qualcuno esterno all’uomo che salva l’uomo. Quando il profeta, il sacerdote, il politico, si dichiara messia significa che sta dichiarando che lui, uomo, salva l’uomo. Lui si proclama auto salvatore dell’uomo stesso, lui che è un uomo come tutti gli altri, diventa la forza che libera. In questo caso significa che non c’è più niente al fuori dell’uomo che salva l’uomo. La parola sacra ha custodito nei secoli, da sempre che esiste una libertà che è liberazione che viene dal di fuori, esterna all’uomo e ha da sempre rifiutato l’idea dea che esista un auto-liberazione, ha sempre rifiutato l’inganno di una liberazione solo e puramente umana. Il messia è questo liberatore esterno all’uomo che salva l’uomo. Grazie a questa profonda convinzione il tempo per il credente non è mai vuoto, non è mai privo di significato, non è mai fine a se stesso, chiuso su se stesso. è tempo che sempre si apre alla speranza e all’attesa operosa di questo liberatore messia salvatore. L’uomo con il suo impegno prepara, annuncia vive di questa di un compimento