1 Pt. 3,17-20
Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, 18perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, 20che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
Commento
il versetto letto in precedenza dice ai cristiani perseguitati che è meglio soffrire operando il bene che facendo il male. Tale affermazione così forte si fonda su questo versetto: perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. Tale sofferenza si può sopportare solo guardando a Cristo che ha scelto liberamente la sofferenza per ricondurre a Dio tutta l’umanità che si era perduta a causa del peccato. Egli era giusto, ma è stato messo a morte per gli ingiusti. E’ morto perché partecipe della condizione umana, ma è stato risuscitato in forza della sua natura divina. Questa è l’unica motivazione che può sostenere la nostra sofferenza: partecipare della stessa sofferenza di Cristo.
Preghiamo
Preghiamo per Daniele
Non è facile, né scontato affrontare il dolore, le sofferenze inferte da altri, non cercate, non volute.
Occorre uno sguardo che va oltre. Forse non si troverà mai una ragione, una giustificazione. Forse rimarrà solo la speranza in un Dio che accoglie e fa proprio il nostro dolore, che è paziente e misericordioso, che ci insegna ad amare, nonostante tutto.
Prego per Daniele.
Ricondurci a Dio, resi vivi nello Spirito, questa è la nostra forza che chiediamo nella preghiera di fronte ad ogni contrarietà, per partecipare alle sofferenze di Cristo, preghiamo per Daniele, e per quelle persone che soffrono di più.