Discuto con amici se c’è speranza. Se guardo in superficie dico di no. La terra del mio orto in superficie è polvere. Sotto terra non è messa meglio, ma chissà come, qualche radice attacca. La speranza è proprio così, qualcosa che sottoterra attacca. Non si vede, ma qualcosa c’è. È un po’ come quei fiumi carsici che non si vedono mai, perché scorrono sottoterra, ma ogni tanto riemergono, come dei piccoli fontanili di acqua. Se guardo l’economia attuale, certo non posso dire che è buona, che ci fa sperare in qualcosa di buono per il futuro. Se guardo la politica attuale meno che meno, non mi sembra che sia lanciata in grandi prospettive di speranza. Se guardo il mondo non mi sembra il momento di gridare che tutti possiamo sperare in un futuro migliore. Neanche la chiesa sembra essere, in questo momento, messa bene per quanto riguarda la speranza. Se guardiamo in superficie è proprio così non c’è speranza. Credo che dobbiamo fare uno sforzo enorme per guardare la situazione anche da un altro punto di vista. Dopo che abbiamo constatato che è molto difficile sperare oggi, dobbiamo andare a cercare quei piccoli segni di speranza che stanno sottotraccia, sottoterra. Dove oggi riesco a individuare questi segni di speranza che stanno sottotraccia? Dobbiamo guardare non più all’alto, là dove si decide il mondo, perché lì, in alto, non possiamo cambiare molto, neanche se protestiamo sempre. Dobbiamo guardare verso il basso, alla gente comune, a tutti coloro che provano in mezzo a tante fatiche a cercare di costruire un futuro migliore per tutti, per noi, per il mondo, per i nostri figli. Ci sono ancora uomini e donne che credono che si può risparmiare sull’acqua e non sprecare l’acqua, ci sono ancora uomini e donne che credono che si può mettere al centro la cura del creato, ci sono ancora uomini e donne che credono che si può mettere al centro la cura del debole, del malato del sofferente. Ci sono uomini e donne che credono che si può ancora amare. Perché tutto questo diventi speranza di cambiamento c’è solo una cosa da fare: tutti coloro che credono in queste cose, nel luogo dove vivono, nel luogo dove operano, devono mettersi insieme e aiutarsi per mettere in atto piccoli segni di speranza, il tutto nei nostri territori. È soltanto insieme che daremo un futuro di speranza ai nostri figli.
Questo (ti) aiuta a capire che non dobbiamo più parlare di economia, di politica., di chiesa come di pace in senso generico e generalizzato. Sono parole e ragionamenti su cui tutti possiamo convenire, ma è sbagliato affrontare così i problemi. Anche nell’economia come nella politica e nella Chiesa ci sono le PERSONE che si danno da fare per un mondo migliore. Non generalizzare e riconosci anche il buono ed il bello che già c’è (anche la di fuori della tua esperienza)