Ho un in mente una riflessione su due personaggi biblici che in qualche modo hanno a che fare con l’economia, ma devo pensarla bene perché è complicata. Intanto mi limito a questo pensiero. Ai nostri giorni abbiamo le grandi città commerciali. Ci sono sempre state. Sono quelle città da cui transitano tutti i commerci, quelle che organizzano il movimento dei commerci. Sono stato in città alta in questi giorni e non posso non pensare a Venezia grande città commerciale che arrivava con i suoi commerci fino a Bergamo e oltre. Non sto a citare le grandi città commerciali dei nostri giorni. Ho quasi l’impressione che tali città sono in fin dei conti l’anima dell’economia e determinano il futuro delle varie epoche e della storia dell’uomo. Anche la bibbia conosce le sue grandi città commerciali: le città magazzino dell’Egitto, poi Babilonia. Le grandi città di Tiro e di Sidone da cui passavano tutti i commerci del mondo antico. Il profeta Ezechiele nel suo libro ne fa una descrizione perfetta di tutte le ricchezze che transitavano per quelle città, tutti i legami e le reti commerciali che permettevano a tali città di far transitare ricchezze enormi. Oltre al transito dei commerci queste città controllavano le vie dei commerci, le vie dove passavano le carovane dei mercanti. Sempre il profeta Ezechiele si spinge a fare una forte critica a tali città commerciali, cariche di ricchezze. Ezechiele arriva a definire queste città come il paradiso e l’uomo che le abita l’Adam del paradiso terrestre. E qui arriva la critica pesante a queste città commerciali. Il grande peccato di queste città per cui alla fine ci sarà la cacciata di Adam, la rovina della città e la fine di tutte le sue ricchezze è quello di uno sbagliato rapporto con l’economia, con il commercio. Ezechiele vedeva che l’errore di fondo non era la seduzione verso il serpente, ma verso il denaro, verso il commercio. Ho quasi l’impressione che tutto quello che si sta muovendo attorno alla guerra ha quasi esclusivamente un valore economico. Tutti si muovono per il loro interesse e la pace, quando viene minimante cercata, deve muoversi dentro questi ambiti del commercio e della ricchezza. Quale è il mio interesse, il mio tornaconto se faccio la pace? le grandi città commerciali che sembrano di una bellezza infinita ci dicono che l’errore di fondo nell’economia è quello di rifiutare, in nome della ricchezza, il progetto di armonia e di amore fraterno in nome della ricchezza e dei commerci.